Mettersi in gioco

  • 07 maggio 2016
  • 10:00
  • Casa Cavazzini

Lectio Magistralis

Cosa vuol dire “mettersi in gioco” davvero in una scena sociale caratterizzata dall’idea (o dall’ideologia) della competizione? Il gioco non è riducibile alla competizione, anzi potrebbe essere una contromanovra rispetto a questo imperativo sociale: non c’è gioco senza il piacere di giocare, non c’è vero gioco senza la capacità di far fronte al caso, e saper giocare significa attraversare il rischio e la perdita. In senso filosofico, il gioco dovrebbe essere un’esperienza di attenuazione dell’egoismo individualistico e della pretesa di possedere la verità, poiché non c’è vero gioco che non sia anche un saper essere giocati, una capacità di “mettere in gioco” la propria soggettività. Non a caso, nelle pratiche prevalenti dell’insegnare e dell’imparare nella scuola italiana il gioco è assente.