Si chiude a Dordolla la terza edizione di vicino/lontano mont

Ultima tappa, sabato 23 settembre alle 16 Dordolla, nell’asilo della piccola frazione di Moggio in Val Aupa, per il cammino della terza edizione di vicino/lontano mont tra le montagne del Friuli Venezia Giulia: la rassegna – come spiega il curatore Claudio Pellizzari – intenzionalmente propone in chiusura un incontro che allarga lo sguardo sulle Terre Alte di tutto il Paese, dove i paesi si spopolano, la popolazione invecchia e il paesaggio perde progressivamente la mano dell’uomo. È un’Italia vuota, che però contiene – molto più di quanto si pensi – il nostro futuro. Ne parleranno Silvia Di Passio, community manager e project designer in processi partecipativi e Filippo Tantillo, ricercatore, film-maker e attivista, esponente dell’associazione Riabitare l’Italia e del Forum Disuguaglianze Diversità, oltre che autore del saggio edito da Laterza “L’Italia vuota”, che dà il titolo all’appuntamento. Modererà la discussione Cammilla Tuccillo, esperta di sviluppo territoriale e animazione culturale in aree montane, oltre che fondatrice del centro culturale Casa Alexander Langer di Tarcento. 

L’incontro, che si tiene in occasione di Harvest-festival del raccolto, iniziativa biennale che ha luogo a Dordolla, sarà seguito dalla proiezione di un’anteprima del film “Forrest”, ultimo lavoro del regista, fotografo, autore e performer Opher Thomson, dedicato a indagare il significato della parola “casa”. 

In serata, alle 20.30, il festival Harvest propone poi la proiezione di “The New Wild. Vita nelle terre abbandonate”, film dello stesso autore che è stato distribuito al cinema in tutta Italia (dalla Tucker Film) e in Austria.

La foto pubblicata è di Katalin Daka, che ringraziamo

L’appello degli apicoltori di montagna

Vicino/lontano mont ha scelto di aprire la sua terza edizione – mercoledì 19 luglio, alle 11, nel Salone del Popolo di Palazzo d’Aronco a Udine – con un incontro costruito insieme agli apicoltori del presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia per sollecitare l’attenzione di tutti su un problema decisivo, strettamente connesso con la crisi climatica e ambientale: la sopravvivenza delle api

Sono intervenuti il fisico del clima responsabile del Dipartimento di Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste Filippo Giorgi, il funzionario regionale del Servizio biodiversità della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche Pierpaolo Zanchetta, l’apicoltrice di montagna Orietta Gressani, il referente nazionale Presidi Slow Food apicoltura e mieli Mauro Pizzato – presente con un videomessaggio – e la docente di scienze naturali e referente del presidio Slow Food mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia Maria Luisa Zoratti, che ha coordinato l’incontro. 

Il cambiamento climatico in atto – hanno denunciato gli apicoltori – ha stravolto il ritmo delle fioriture, che non è più in sintonia con il ciclo biologico delle api. Gli insetti impollinatori selvatici sono quasi scomparsi in molti ambienti antropizzati, e ora anche gli alveari sono a rischio. Gli apicoltori, in questi ultimi anni  hanno salvato i loro alveari con la nutrizione di soccorso, ma la produzione del miele registra un calo drammatico. E se vengono a mancare le api non avviene l’impollinazione dei fiori di moltissime piante, sia spontanee sia coltivate. Questo si traduce in una drastica riduzione di cibo sulle nostre tavole, ma anche in una altrettanto drastica riduzione della biodiversità.

Dall’inizio degli anni 2000 – hanno affermato gli apicoltori di alta montagna del Friuli Venezia Giulia – c’è stato un calo sensibile e progressivo delle produzioni di miele. In base alle nostre osservazioni, la riduzione è del 70%. Negli ultimi cinque anni c’è stato un crollo verticale e tutto lascia supporre che questa tendenza proseguirà anche in futuro, assieme al cambiamento climatico in atto”. 

Di qui l’appello, perché lottare per la difesa delle api significa lottare per la difesa dell’ambiente e del nostro futuro come esseri umani. 

E anche se il Friuli Venezia Giulia – lo ha ricordato Pierpaolo Zanchetta – è la regione italiana con la maggior estensione di prati stabili e l’unica ad avere una legge che li tutela, il cambiamento climatico è in atto. La scienza lo denuncia da anni. Filippo Giorgi, chiudendo i lavori, ha sottolineato la necessità di una vera e propria rivoluzione. “La transizione ecologica – ha affermato – non deve essere vista come un sacrificio. Di fatto, migliorerebbe di gran lunga le nostre vite”. 

Questo l’appello diffuso dagli apicoltori del presidio Slow Food dei Mieli di Alta Montagna alpina Friuli Venezia Giulia.

Ulderica, fruta di mont

Il programma della giornata inaugurale di vicino/lontano mont 2023 prevede, sempre mercoledì 19 luglio, alle 21.30, all’Arena Loris Fortuna del Visionario in piazza Primo maggio a Udine, la proiezione di “Ulderica. Fruta di mont”, il documentario di Stefano Giacomuzzi prodotto da Agherose e dedicato a Ulderica Da Pozzo. 

Un ritratto inedito della fotografa friulana: in lei coesistono coraggio e paura. Il ricordo dell’infanzia è vivido e felice, sebbene la paura della morte sia una presenza costante nel suo mondo di bambina. La fotografia le suggerisce un punto virtuoso di equilibrio. La sua ricerca artistica da quarant’anni è dedicata alla sua terra, il Friuli Venezia Giulia: un inesauribile microcosmo di cui trascende tuttavia i confini per volgere lo sguardo oltre l’orizzonte. Ulderica, “occhi curiosi”, ripercorre così le montagne della sua infanzia, puntando l’obiettivo su quel piccolo universo in cui si rispecchia il mondo intero.

La proiezione sarà accompagnata da un dialogo tra il regista, Stefano Giacomuzzi, la protagonista del documentario, Ulderica Da Pozzo, e l’antropologo Gian Paolo Gri, con la moderazione di Luca Censabella del CECL’evento si realizza in collaborazione con il Cinema Visionario, Inniò Festival (che lo riproporrà l’8 agosto, alle 20.30, a Stalis di Ravascletto), Leggimontagna/Cortomontagna.

L’ingresso è a pagamento. In caso di pioggia la proiezione sarà spostata al Cinema Centrale.

Parte da Udine la terza edizione di vicino/lontano mont

Vicino/lontano mont – la rassegna estiva di vicino/lontano dedicata alla montagna – ha scelto di aprire la sua terza edizione a Udine, mercoledì 19 luglio, alle 11, nel Salone del Popolo di Palazzo d’Aronco, con una conferenza stampa aperta al pubblico costruita insieme agli apicoltori del presidio Slow Food dei mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia per sollecitare l’attenzione di tutti su un problema decisivo, strettamente connesso con la crisi climatica e ambientalela sopravvivenza delle api e dell’apicoltura

Forse non tutti ci rendiamo conto dell’importanza del ruolo che le api svolgono tramite l’impollinazione delle piante spontanee e coltivate: un terzo circa della produzione mondiale di cibo dipende infatti dal loro lavoro. Come cambierebbero – senza le api – l’ambiente e la vita stessa dell’uomo sulla Terra? Una presa di coscienza definitiva sull’argomento è l’obiettivo che tutti ci dovremmo porre.

Interverranno il fisico del clima responsabile del Dipartimento di Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste Filippo Giorgi, il referente nazionale Presidi Slow Food apicoltura e mieli Mauro Pizzato, il funzionario regionale del Servizio biodiversità della Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche Pierpaolo Zanchetta, l’apicoltrice Orietta Gressani e la docente di scienze naturali e referente del presidio Slow Food mieli di alta montagna alpina del Friuli Venezia Giulia Maria Luisa Zoratti, che coordinerà l’incontro.

Il bilancio del festival

Vicino/lontano ritrova la sua città e il suo pubblico, riappropriandosi e superando le migliori atmosfere vissute nel tempo pre-pandemia: la 19^ edizione si è chiusa con un bilancio decisamente positivo che include il successo notevole di pubblico nelle molteplici location del festival, e la conferma di un programma di alto valore, che ha saputo calamitare l’attenzione, in un affettuoso e stimolante “abbraccio” della città.

Il bilancio, a poche ore dalla conclusione ufficiale del festival, è arrivato per voce dei curatori Paola Colombo – anche presidente dell’associazione culturale vicino/lontano – Franca Rigoni e Álen Loreti, e del presidente del comitato scientifico Nicola Gasbarro. «È un’edizione, questa – hanno spiegato – che insieme a un resoconto decisamente lusinghiero porta in dote il valore aggiunto di una straordinaria empatia fra i protagonisti degli incontri e i loro spettatori. Non si tratta “solo” di un successo di partecipazione, ma di un’evoluzione di prospettiva: il pubblico ha dimostrato di guardare al festival come a una fonte importante di informazione e approfondimento sugli accadimenti del nostro tempo, sul mondo e le sue traiettorie. Un riscontro di cui siamo orgogliosi e che al tempo stesso ci responsabilizza per le scelte delle future edizioni. Il 2024 sarà infatti un anno chiave per vicino/lontano perché segnerà il ventennale del festival e anche i vent’anni dalla scomparsa di Tiziano Terzani – mancato il 28 luglio 2004 – figura di riferimento del nostro lavoro e alla quale, di intesa con la famiglia Terzani, abbiamo voluto dedicare sin dal 2004 un Premio Letterario internazionale che si è affermato per l’autorevolezza e la statura dei suoi vincitori».

Era “potere” il tema 2023 di vicino/lontano: una parola analizzata nelle sue multiformi accezioni da oltre 200 relatrici e relatori per 80 eventi in 5 giorni, dal 3 al 7 maggio, con molti eventi di anteprima. Un programma che «ha pienamente dimostrato la sua compattezza e coerenza tematica, l’alta qualità dei relatori che hanno dato prova di ottima capacità comunicativa. Un’edizione che ci è sembrata svilupparsi in un vero stato di grazia per la complicità fra i protagonisti e un pubblico maturo, coinvolto, partecipe e che dimostra di aver sviluppato un forte senso di appartenenza e identificazione con il festival. Un pubblico che vive con compostezza anche piccole criticità, le code sotto il sole, i programmi andati esauriti per le tante richieste, i biglietti gratuiti per la serata del premio Terzani letteralmente ‘bruciati’ in poco meno di mezz’ora. Abbiamo vissuto questi giorni condividendo con gli spettatori la gioia dell’attesa per gli eventi, la curiosità per i temi, la vivacità del dibattito, in un fervore comune di partecipazione civile e di entusiasmo per “l’evento festival”».

La giornata conclusiva del festival

Lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, trionfatore ai Tony Awards 2022, ha chiuso la 19^ edizione del festival. Massini ha raccontato al pubblico il suo ultimo, attualissimo lavoro, “Manhattan Project” (Einaudi), ballata “fluviale” che ripercorre il progetto americano di costruzione della bomba atomica a opera degli scienziati ebrei espatriati dall’Europa nazista, un potente monito contro tutte le guerre e un invito a coltivare la memoria degli orrori del passato. 

Sempre in tema, in anteprima assoluta, è stato presentato a vicino/lontano 2023, in collaborazione con il Centro Balducci, il libro postumo di un sacerdote di frontiera che molto si è speso per la pace, Pierluigi Di Piazza: “Non uccidere. Per una cultura della pace” (Laterza). Erano presenti la giornalista Gabriella Caramore e Vito Di Piazza, fratello di Pierluigi, coordinati dal direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini. Tra i grandi protagonisti che sono intervenuti nella giornata conclusiva anche il filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag, che ha parlato del valore della parola “resistenza” in un video commentato dal vivo, nella Chiesa di San Francesco, dalla presidente della Società filosofica italiana-Sezione Fvg, Beatrice Bonato. “Resistere, malgrado tutto” titola l’analisi che Benasayag ha condotto intorno ai rapporti tra vita e potere, per evidenziare il modo in cui i viventi, seppure catturati nelle maglie di una governance parvasiva, possano in parte sottrarvisi. Molto partecipato è stato anche l’incontro con il noto musicista Massimo Zamboni, ex CCCP, che nel sorprendente “Bestiario selvatico” pubblicato da La nave di Teseo indaga il ruolo degli animali in rapporto all’uomo e alla sua indifferenza per l’ambiente. Ha conversato con il curatore di vicino/lontano mont Claudio Pellizzari

Quali sono le conseguenze di una relazione troppo stretta fra scienza e potere, se quest’ultimo la mette al servizio di ideologie antidemocratiche e di finalità distruttive? A vicino/lontano ne hanno parlato i genetisti Guido Barbujani e Michele Morgante, con il docente di Storia della medicina Gilberto Corbellini e il filosofo della scienza Giovanni.

L’attualità è rimasta in primo piano con altri due libri: presentando il suo primo romanzo “Il soldato Konstantin” (Gaspari), il giornalista Andrea Romoli, a lungo inviato in Ucraina, da Udine ha promosso il download gratuito del suo libro per i dissidenti russi, su piattaforme con accesso criptato. Un modo per sensibilizzare intorno all’assurdità di una guerra fratricida. Il progetto è stato raccontato alle 16, nella Loggia del Lionello: l’autore ha dialogato con Karina Bikbulatova. Konstantin era un giovane soldato russo, della cui identità e destino nulla sappiamo, ma che ha raccolto nel suo diario di guerra, custodito nella teca di un museo di Kiev, la rabbia di una generazione di giovani russi. 

In collaborazione con Bottega Errante per il progetto “Voci a Est”era presente al festival anche il giornalista moldavo Iulian Ciocan, autore di “Prima che Breznev morisse” (Bottega Errante editore): primo tassello di una trilogia distopica che racconta nei libri l’incubo dell’invasione russa in Moldavia, all’ordine del giorno dopo l’invasione dell’Ucraina. Alle 10, nella Loggia del Lionello Ciocan ha ha conversato con lo storico Andrea Zannini evocando le atmosfere del crepuscolo del decrepito regime di Brežnev, e una storia ambientata negli anni della Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia. E, poco dopo, Andrea Zannini ha tenuto una lectio in tema dell’uso distorto della storia da parte del potere concentrandosi sul “caso foibe”.

Nella Loggia del Lionello, Angela Terzani Staude ha raccontato la sua lunga storia d’amore con Tiziano Terzani sfogliando insieme al pubblico il libro “L’età dell’entusiasmo” (Longanesi): con lei il biografo di Tiziano Terzani, Álen LoretiAl Teatro San Giorgio è stato presentato L’uomo è antiquato?”, ultimo fascicolo della rivista ‘aut aut’ dedicato al filosofo Günther Andres, nel dialogo fra Micaela Latini, Pier Aldo Rovatti, Alessandro Di Grazia e Beatrice Bonato. “La seduzione del linguaggio. Dall’arte oratoria ai meme” è stato il tema della conversazione tra l’insigne linguista Raffaele Simone, la semiologa Annamaria Lorusso e il giornalista Marco Pacini per riflettere sulla seduzione del linguaggio, sui nuovi linguaggi iperconnessi, stratificati e fluidi, dove istantaneità, viralità, falsità si rafforzano nella distrazione, nella pigrizia, nella manipolazione.

La “Nico Pepe” a vicino/lontano

Si è rinnovata quest’anno la storica partnership con l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe di Udine, che ha portato al festival lo spettacolo teatrale “La primula e il temporale” per la regia di Claudio de Maglio.

In scena gli allievi del primo anno di corso: Giulio Bianchi, Martina Bunino, Silvia Cerchier, Iacopo Cesaria, Alvise Colledan, Erika Maria Cordisco, Massimo Filoso, Chiara Forti, Federica Garbarini, Santi Maccarrone, Gregorio Maconi, Andrea Monteverdi, Siro Pedrozzi, Tomas Prodorutti, Sara Volpi, Sara Wegher.

Lo spettacolo è stato ideato a partire dai temi proposti quest’anno per il Concorso Scuole Tiziano Terzani. E’ stato presentato nel corso della mattinata per la premiazione dei vincitore di sabato 6 maggio, e in replica per il pubblico del festival – come da tradizione – domenica 7 maggio presso l’Oratorio del Cristo.

Lo spettacolo è ispirato al corto pasoliniano Cosa sono le nuvole, inserito nel film corale Capriccio all’italiana (1968). L’episodio pasoliniano era ispirato a sua volta all’Otello di Shakespeare, riproposto in una chiave poeticamente surrealista. In una pluralità di piani di significato e di senso – a partire dall’idea del teatro nel cinema, e nella pittura – realtà e rappresentazione, mondo della finzione e mondo reale si confrontano e confliggono per suggerire una riflessione sul rapporto tra “apparire ed essere”. Perché nella cultura antropologica del presente ognuno recita a soggetto copioni altrui e la “verità” è fuori dal linguaggio, tenuta nascosta dietro la rappresentazione.

Un particolare ringraziamento va all’accademia Nico Pepe per aver permesso l’utilizzo degli spazi dell’Oratorio del Cristo nelle giornate di sabato e domenica 6 e 7 maggio e per aver gentilmente concesso anche quest’anno l’uso della scenografia che ha accolto il palco della Chiesa di San Francesco.

L’installazione vicino/lontano

Sul sagrato della chiesa di san Francesco, durante tutto il festival, è stata posizionata l’installazione “vicino/lontano”. Ideata da Paolo Bon e Massimo Piutti e realizzata in ferro e legno, con i colori del festival, era intesa al contempo come un espositore di materiali informativi e come luogo dove fermarsi a leggerli. 

Nella foto che pubblichiamo, di Luca d’Agostino, l’installazione è stata anche uno degli elementi scenici della performance di danza contemporanea “Crossing line” portata al festival dalla Compagnia 

Arearea nell’ambito del progetto internazionale Go Towards di cui è capofila.

La diretta di Radio Rai Friuli Venezia Giulia

È stato particolarmente gratificante per vicino/lontano poter contare, per questa 19esima edizione, sulla media partnership di Rai Radio3 e della sede Rai Friuli Venezia Giulia.

Grazie alla media partnership, Radio Rai Friuli Venezia Giulia ha dedicato al festival un lungo speciale, condotto da Gioia Meloni, andato in onda la mattina di sabato 6 in diretta dalla sala stampa.

Tra gli ospiti di Gioia Meloni, anche Angela Terzani Staude, presidente della Giuria del Premio Terzani e il vincitore 2023 Zerocalcare.

Per ascoltare o riascoltare lo “Speciale vicino/lontano”, questo il link a Raiplay Sound https://www.raiplaysound.it/ricerca.html?q=Speciali+Rai+Radio+FVG

I vincitori del Concorso Scuole Tiziano Terzani

Come ogni anno si rinnova al festival l’appuntamento con il Concorso Scuole Tiziano Terzani. Il Concorso, che si è realizzato anche quest’anno con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, è stato ideato da vicino/lontano in collaborazione con la famiglia Terzani. È aperto agli istituti scolastici di ogni ordine e grado della regione Friuli Venezia Giulia e ha l’obiettivo di stimolare e promuovere all’interno della scuola la realizzazione di percorsi di riflessione e creatività per contribuire a sviluppare nei bambini e nei ragazzi il senso di ‘cittadinanza attiva’.

Sabato 6 maggio a presentare il concorso, nella splendida cornice del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, è stata la responsabile del Concorso Doris Cutrino, mentre a premiare i ragazzi era presente Geia Laconi, moglie di Folco Terzani, insieme al presidente della Banca di Udine Credito Cooperativo Lorenzo Sirch. Degli oltre 100 progetti presentati, la giuria ne ha premiati 13.

Sono intervenuti la compagnia circense New Faboulouse Circus Copernicus, un gruppo di studenti del Liceo Copernico di Udine che si prodiga nel creare coreografie e spettacoli di ispirazione circense, finalizzati a far conoscere l’arte del circo e del teatro da strada. Hanno proposto, in apertura della mattinata, la performance “Sconnessi e curiosi”. Interpreti: Marta Band, Vittorio Milan, Sara Cocetti, Micol Degano, Juri Letizia, Greta Rustico, Angelica Del Pos, Lorenzo Meroi, Daniele Mrak, Lorenzo Chiopris, Marco Sebastianutto, Enea Zancanaro, Lara Rikic, Sofia De Losa, Lucinda Meshberg, Xu Chenghao. E con la supervisione di Sonia Adorinni e Anna Chiarandini. “Crescere mettendosi in gioco”, era il titolo dell’intervento dello studente Giovanni Parri del Liceo classico J. Stellini di Udine, mentre il Liceo coreutico dell’Educandato Statale Collegio Uccellis ha proposto la performance coreutica “Legami” (interpreti: Lika Akhalbedashvili, Alice Amadio, Delia Armenia, Syria Iacobacci, Giorgia Maniscalco, Marianna Carmela Puliafito, Carolina Tuniz, Elisa Zambelli. Il testo tratto da La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano è stato interpretato dalla studentessa Carolina Tuniz. Federica Maddalena Cucinotta ha curato regia e coreografia.

L’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe ha proposto ai ragazzi e ai genitori presenti in sala lo spettacolo teatrale “La primula e il temporale” interpretato dagli allievi del primo anno di corso. Con la regia di Claudio de Maglio.

Hanno fatto parte della giuria 2023: Doris Cutrino, Manuela Beltramini, Anna Chiarandini, Gianni Cianchi, Anna Croppo, Luca d’Agostino, Carlo Della Vedova, Margherita Mangilli, Margherita Piva, Antonella Rotolo, Antonella Sbuelz, Gabriella Scrufari. La scuola capofila per l’edizione 2023 è stata il Liceo classico Stellini di Udine.

I premi in denaro sono stati messi a disposizione da Banca di Udine Credito Cooperativo. I libri sono stati messi a disposizione da Salani Editore, Gruppo Mauri Spagnol. Giochi ed educational sono stati offerti da Trudi e Sevi. Le targhe consegnate ai vincitori sono state realizzate da Carraro Chabarik mosaico contemporaneo

La giornata di sabato 6 maggio

Una giornata straordinariamente ricca di incontri, tutti intrecciati con la più viva attualità. A partire dal dialogo che ha visto protagonista Vera Politkovskaja, a vicino/lontano per raccontare sua madre, la giornalista russa Anna Politkovskaja assassinata a Mosca nell’androne di casa sua, il 7 ottobre 2006, e l’anno dopo insignita del Premio Terzani alla memoria. Vera aveva ventisei anni. Le ha dedicato un libro: Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja (scritto per Rizzoli con Sara Giudice). Fuoriuscita dalla Russia all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, Vera Politkovskaja ha dialogato in collegamento da remoto con il giornalista Andrea Filippi, direttore de La Provincia Pavese e membro della Giuria del Premio Terzani. Il pubblico del festival, tutto in piedi, al termine dell’incontro le ha dedicato un applauso commovente, lunghissimo. 

A discutere del potere reale dell’intelligenza artificiale, in un dibattito di altissimo livello, sono intervenuti al festival uno dei più influenti scienziati che nel mondo la studiano, Federico Cabitza, la filosofa Teresa Numerico e il giornalista e docente Fabio Chiusi, esperto di digitale. L’intelligenza artificiale si è ritagliata un ruolo enorme, e crescente, nelle vite e nei diritti di ognuno di noi: dal welfare alla sanità, dalla sicurezza all’istruzione. L’irruzione di chatbot con cui parlare come con un essere umano, come ChatGPT, e di sistemi con cui tradurre comandi testuali in immagini ha ulteriormente complicato lo scenario e scatena inquietanti interrogativi. 

Al festival si è parlato di Iran e della rivoluzione delle donne con il regista iraniano-curdo Fariborz Kamkari, la docente e autrice italo-iraniana Farian Sabahi, il giornalista Alberto Negri, l’artista e attivista Gianluca Costantini, coordinati dalla giornalista Luciana Borsatti. Direttamente collegato a questo appuntamento, era il confronto “Teocrazie. La follia di credersi Dio”, che ha visto protagonisti Annarosa Buttarelli, Rocco D’Ambrosio e Nicola Gasbarro, presidente del Comitato scientifico del nostro festival. Se la religione diventa strumento dell’agire politico e l’etica pubblica coincide con la morale religiosa, quale spazio rimane alla tolleranza per la libertà del pensiero? Una riflessione sulla necessità di rendere autonomo il fondamento dell’autorità civile, e laico l’esercizio del potere.

Protestare o disertare?” titolava il panel in cui si sono confrontati la giornalista Annalisa Camilli, l’ex sindacalista Valter Molinaro e l’eco-attivista di ‘Ultima Generazione’ Simone Ficicchia. Per cercare un modo di dare forza al “pensiero alternativo” ignorato o messo all’angolo da chi sta al potere.

A vicino/lontano anche la prima presentazione del nuovo libro “Macro Mafia. La multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo”, appena uscito per Rizzoli, di Floriana Bulfon: un’inchiesta sul super cartello che domina la criminalità internazionale e che va dal Sudamerica all’Italia, dall’Olanda agli Emirati, dall’Irlanda all’ex Jugoslavia. È stato presentatosabato anche “Nato sul confine”(Rizzoli), il nuovo libro del giornalista e scrittore Fabrizio Gatti, Premio Terzani 2008, in dialogo con la giornalista Anna Dazzan, accompagnati dalle letture di Manuel Buttus e Roberta Colacino. Al centro del romanzo, a bordo di una imbarcazione di migranti siriani, la voce di un bambino non ancora nato, Mabruk, che tutto vede e ci fa vedere, ed è insieme la voce dei suoi coraggiosi compagni di viaggio, e di tutte le persone cui sia toccato in sorte di scappare dal proprio Paese in guerra. Alle migrazioni è stata dedicata la mostra fotografica “Popoli in Movimento” che Francesco Malavolta ha presentato al pubblico in un appassionato intervento in Torre Santa Maria. Ancora in tema di libri: lo scrittore montenegrino Stefan Boskovic, in dialogo con il giornalista Oscar D’Agostino, ha presentato “Il ministro” (Bottega Errante), dove immagina, in un ritratto psichedelico della società contemporanea, i nove turbolenti giorni del ministro della cultura del Montenegro, Valentino Kovačević, dopo l’uccisione accidentale di un’artista durante una performance. Chi sono i pacifisti in Italia oggi, e a chi interessa soffiare sul vento della guerra? Ne ha scritto il giornalista Matteo Pucciarelli nel suo “Guerra alla guerra”, uscito per Laterza, che al festival ha discusso del tema con il coordinatore di ‘Pace e disarmo’ Francesco Vignarca e la direttrice del quotidiano Il Piccolo Roberta Giani

Al festival si è parlato anche di “cancel culture”, con lo scrittore Christian Raimo e l’accademica Sergia Adamo: riscrivere, rileggere e manipolare non come gesto di censura – forse – ma come un modo per mettere in una relazione diversa il presente e il passato e per poter guardare al futuro.

Radio3mondo in diretta dal festival

È particolarmente gratificante per noi organizzatori poter contare per questa 19esima edizione sulla media partnership di Rai Radio3 e della sede Rai Friuli Venezia Giulia.

Grazie alla media partnership, Radio3mondo è andata in onda venerdì 5 in diretta dal nostro festival. 

Anna Maria Giordano – che al festival aveva intervistato il vincitore del Premio Terzani 2020 Amin Maalouf nella serata per la premiazione – ha condotto la trasmissione ospitando il filosofo Ivan Dimitrijevic, la giornalista e attivista curda Havin Guneser, lo storico David Reynolds e lo studioso e docente Fabio Chiusi. 

La puntata qui http://bit.ly/mondovicinolontano

Il firmacopie di Zerocalcare

Disegnetti anche a Udine, sabato 6 maggio, dalle 14.30 alle 18.30 in Largo Ospedale Vecchio!

Chi vorrà partecipare al firmacopie del vincitore del Premio Terzani dovrà mettersi in coda a partire dalle 13.30. La fila verrà chiusa una volta esauriti i 100 posti disponibili.

Se porterete più di un libro da dedicare, avrete un disegno su uno dei libri e firmadilli sugli altri.

Cattivofrank all’Oratorio del Cristo

Nelle giornate di venerdì e sabato l’Oratorio del Cristo – grazie alla collaborazione con l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe – torna a essere sede degli incontri del festival. Vi fa ingresso anche l’arte. Le sedute del palco sono opera dell’artista udinese Cattivofrank. Realizzate con materiali di recupero – ferro arrugginito, doghe di vecchie botti, inserti metallici in peltro di vecchi vassoi, fusi all’interno degli “errori” del legno – vengono cortesemente messe a disposizione di vicino/lontano 2023. Pensate – in parte – per lo spettacolo teatrale Medea, di e con l’attrice e autrice Giuliana Musso, avranno la funzione di sedute destinate ai relatori del festival. E contemporaneamente, grazie alla loro forza espressiva, continueranno a mantenere il loro valore di oggetti scenici onirici, capaci di rappresentare ognuno la propria unicità e irripetibilità.

Cattivofrank, alias Lanfranco Brisighelli è figlio d’arte: nato a Udine e diplomato in aeronautica all’Istituto Malignani, è pronipote di un orafo di Casa Savoia, nipote di un meccanico di biciclette e di un fotografo. La famiglia Brisighelli è infatti nota da oltre un secolo a Udine e in Friuli, di cui ha raccontato paesaggi, attività, eventi e persone in scatti memorabili.

Gli eventi di venerdì 5 maggio

Un saldo filo rosso fra la storia e l’attualità legava gli appuntamenti della terza giornata del festival. A cominciare dalla lezione magistrale che ha tenutolo storico David Reynolds, professore emerito di Storia internazionale all’Università di Cambridge:Europa in armi: dalle guerre mondiali all’Ucraina” era il titolo lectio che ha tenuto, un evento a cura dell’Università di Udine e dell’Associazione culturale Friuli Storia, introdotta dallo storico Tommaso Piffer. La mappa dell’Europa è cambiata enormemente nell’ultimo secolo, più spesso la trasformazione è stata il risultato involontario di conflitti che hanno avuto effetti devastanti sulla vita di milioni di persone e hanno ridisegnato la geografia e gli equilibri politici del continente. 

E della “Storia come arma, dai Balcani alla Russia di Putin”, ovvero dell’imposizione di una visione deformata del passato per giustificare politiche nazionalistiche aggressive, hanno discusso la giornalista e saggista Francesca Mannocchi e lo storico contemporaneista Guido Crainz, coordinati dal giornalista e critico letterario Marino Sinibaldi

Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si è tenuta la mattinata conclusiva del progetto formativo interistituzionale per le scuole “Il piacere della legalità?”, coordinato da Liliana Mauro e Chiara Tempo e giunto al traguardo della sua XVI edizione, dedicata a Pierluigi di Piazza. Fra gli ospiti: Lucia Castellano, direttrice generale per l’Esecuzione Penale Esterna, i giornalisti Fabrizio Gatti e Francesca Mannocchi e il rapper Dj Tubet

Lucia Castellano è stata protagonista anche di un dialogo con la giornalista Luana De Francisco, sul tema “Il senso della pena: diritti e carcere. Nella Torre di Santa Maria si è parlato di “Elon Musk, l’uomo che vuole risolvere il futuro”, con lo studioso e docente universitario Fabio Chiusi, autore dell’omonimo saggio per Bollati Boringhieri, in dialogo con il giornalista scientifico Roberto Manzocco. Elon Musk è uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo, le sue iniziative sembrano alimentare un “culto” della sua persona e sfuggono a un reale controllo pubblico, critico e su base democratica, e proprio da questa considerazione prende avvio l’attenta analisi di Fabio Chiusi.

Sul “Potere perduto dei giovani”, coordinati dal sociologo Stefano Allievi, si sono confrontati la poetessa, rapper e scrittrice Wissal Houbabi, il sociologo Maurizio Merico, la demografa Maria Letizia Tanturri e la presidente di LegaCoopFvg Michela Vogrig. In una società demograficamente sempre più vecchia, si sta erodendo progressivamente lo spazio – anche culturale e sociale – a disposizione dei giovani. Assistiamo a un rovesciamento storico: in tutti i campi è proprio chi ha meno futuro davanti a sé che ne determina la direzione. 

nuovi progetti del movimento di liberazione curda sono stati raccontati, nella Loggia del Lionello, dalla giornalista e attivista curda Havin Guneser, in dialogo con il ricercatore Federico Venturini. Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si è tenuta la lezione magistrale dell’editorialista Beppe Severgnini in occasione della Graduation dell’Executive Master in Business Administration dell’Università degli Studi di Udine.

La “preziosa eresia” di Federico Tavan

Nel 2014, a un anno dalla scomparsa, il nostro festival aveva dedicato a Federico Tavan una serata speciale nello spazio dell’ex Chiesa di San Francesco. Il 2023 segna dieci anni da quando Federico saliva sulla sua Nave spaziale per il suo viaggio senza fine. E vicino/lontano 2023 lo ricorda con otto cartoline, consegnandole alla sua navicella spaziale e al pubblico che vorrà collezionarle, con le parole di Aldo Colonnello, Pierluigi Cappello, Anna De Simone, Rosanna Paroni Bertoia, Paolo Medeossi, Mario Turello, Danilo De Marco e con due poesie: di Ida Vallerugo e di Rosanna Paroni Bertoia. Accompagnano i testi otto fotografie di Danilo De Marco. Le cartoline saranno gratuitamente a disposizione del pubblico nelle sedi del festival, fino a domenica 7 maggio. “Federico Tavan – ha scritto Paolo Medeossi – è sempre stato esclusivamente poeta: non è mai venuto meno all’impegno di farne atto pubblico urlando verità scomode e dando generosamente in pasto la sua stessa esistenza. Il poeta, se vero, non può far altro, è questo il suo destino, la sua missione, il suo principale dovere civile. Precario, inaffidabile, approssimativo, imperfetto in tutto, Federico è coerente e lucido in tutto questo”.

La foto che pubblichiamo è stata cortesemente concessa da Danilo De Marco

La seconda giornata del festival

Le nuove geografie del potere, fra deglobalizzazione e questioni internazionali, sono state al centro della seconda giornata del festival. Ne hanno parlato il direttore di Limes Lucio Caracciolo, analista geopolitico fra i più autorevoli, in dialogo con la giornalista e scrittrice Luciana Borsatti, fresca autrice per Castelvecchi del saggio IranIl tempo delle donne (2023). Introdotto dal giurista Guglielmo Cevolin, l’incontro è entrato nel vivo dell’attualità: le distanze tra Usa, Cina e Russia segnalano la crisi del precedente ordine mondiale a trazione statunitense e allontanano la transizione verso un mondo multipolare istituzionalizzato, e pacifico. 

In Torre di Santa Maria si è parlato di “Abitare: una costruzione culturale”, con l’antropologo Andrea Staid in dialogo con Paolo Bon, presidente dell’Ordine degli Architetti di Udine. “Abitare è naturale, è il primo dei diritti di ogni individuo” – scrisse Jean Nouvel – e Andrea Staid si interroga da sempre su come esercitare questo diritto. Nel Salone del Popolo, si è tenuto l’incontro “Nichilismo del potere nella cultura russa”: il filosofo Ivan Dimitrijevic, docente all’Università di Varsavia e autore di molti saggi, ha dialogato con Beatrice Bonato, presidente della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana. Lo “scontro di civiltà” presentato da alcuni intellettuali russi come la ragione profonda della guerra contro l’Ucraina suona inquietante, ma in qualche modo aiuta a capire la rilevanza della cultura per la politica. Si è partiti da qui per delineare gli aspetti fondamentali dell’ideologia del potere in Russia nel suo debito con la categoria di nichilismo, l’idea di una missione messianica del popolo e l’indifferenza alla vita del corpo.

I riflettori sono stati puntati su un tema di estrema attualità in “Donne al governo”, dialogo tra le docenti di Letterature comparate Sergia Adamo, del comitato scientifico di vicino/lontano, e di Diritto del lavoro Roberta Nunin e la giornalista Fabiana Martini, già vicesindaca di Trieste e autrice del libro Il governo delle donne. Viaggio tra le amministratrici locali italiane (Vita Activa Nuova 2022). Solo il 15% delle città italiane sono guidate da donne: in nessun Comune superiore ai 200 mila abitanti c’è in questo momento una sindaca. Le istituzioni sono ancora dominate da logiche monosessuate. 

Sul Sagrato di San Francesco “GO towards”, è stato presentato il progetto internazionale – di cui la Compagnia Arearea è capofila – che indaga il concetto di confine con il linguaggio universale della danza, alla ricerca di una cultura trans-frontaliera. La presentazione è stata accompagnata dall’azione performativa Crossing line con Roberto Cocconi, Marta Bevilacqua e i danzatori della Compagnia Arearea.

La giornata si è chiusa, sempre in Chiesa di San Francesco, con la toccante lettura scenica “Due padri”, tratta da “Apeirogon”, il libro di Colum McCann vincitore del Premio Terzani 2022: in scena gli attori Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana. A grande richiesta da vicino/lontano 2022, una testimonianza e un messaggio più che mai necessari, in Israele e altrove: abbracciarsi, tenersi la mano, guardarsi negli occhi, ascoltarsi. Due padri e lo stesso dolore, la stessa forza. Parole di odio che provano a diventare parole di pace.

Vicino/lontano per Giulio Regeni

Il nostro festival continua a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni.

I genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, erano presenti all’inaugurazione con un loro messaggio video.

87 mesi fa il corpo di Giulio ci mostrava “tutto il male del mondo”. 

Chi lo ha torturato e ucciso non può restare impunito, il processo si deve fare in Italia. 

Vogliamo giustizia. Siamo sempre qui, sempre più numerosi a fianco della sua famiglia.

Presso l’infopoint del festival in Largo Ospedale Vecchio si possono trovare i braccialetti e le spille gialle a offerta libera per aiutare a sostenere i costi delle spese legali.

Un piccolo gesto che può fare molto.

Inaugurata la XIX edizione del festival

Con il saluto del Vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia con delega alla Cultura Mario Anzil, del Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni e del Rettore Roberto Pinton si è aperta mercoledì 3 la XIX edizione del festival vicino/lontano. “Potere” la parola chiave. Dove si nascondono e come agiscono i nuovi poteri, sempre più invisibili, annidati fra gli interessi delle multinazionali e le ultime sofisticate tecnologie, fra il neo-imperialismo di governi che soffocano i diritti umani e civili, e un’economia senza etica che produce diseguaglianza? È stato dedicato a “La metamorfosi dei poteri” l’evento inaugurale nella Chiesa di San Francesco. Sul tema si sono confrontati l’economista e matematico francese Gaël Giraud, la sociologa Maria Rosaria Ferrarese, il filosofo Giovanni Leghissa e l’antropologo Nicola Gasbarro, presidente del nostro comitato scientifico.

Nella serata inaugurale, sempre nella Chiesa di San Francesco, si è parlato di Afghanistan e del silenzio calato sulle vicende del Paese, con l’intervento di tre autorevoli esperti: il giornalista e inviato di guerra Valerio PellizzariAlberto Cairo, in Afghanistan dal 1990 per il Comitato Internazionale della Croce Rossa e per la Ong italiana Nove Onlus come fisioterapista per la riabilitazione fisica e l’inclusione socio-economica delle vittime di guerra; e l’analista e ricercatore Fabrizio Foschini, che per vicino/lontano e le Librerie in Comune ha tradotto e annotato i “Diari dal carcere” di Sepideh Gholian (Gaspari Editore 2021), che verranno presentati anche al Salone del Libro di Torino. Toccante fuori programma con la testimonianza di una donna afghana, impegnata nel suo Paese per l’empowerment femminile, che è dovuta fuggire, lasciando suo figlio. 

Al Teatro San Giorgio è andato in scena “Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, di Gianluigi Gherzi e del regista e attore Fabrizio Saccomanno che sul palcoscenico è stato affiancato da Elisa Morciano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic. Proposto in collaborazione con Teatro Contatto 41, lo spettacolo ricostruisce l’itinerario personale e professionale dello scrittore e giornalista Alessandro Leogrande, un intellettuale straordinario scomparso prematuramente a soli 40 anni, che con il suo La frontiera (Feltrinelli) era stato finalista del Premio Terzani 2016. Nato a Taranto e laureato in filosofia a Roma, dopo l’incontro con Goffredo Fofi ha iniziato a collaborare con la rivista “Lo Straniero” di cui è poi diventato vicedirettore. Collaboratore di Radio3 e del Corriere del Mezzogiorno, ha scritto anche per Pagina99, il Riformista, Internazionale e Minima&moralia, sempre e comunque dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, ovunque ci sia stato un sopruso: nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne del caporalato pugliese, così come nell’Argentina dei desaparecidos.

Tre mostre da non perdere

Tre le mostre che hanno aperto i battenti al festival martedì 2 maggio. Al piano nobile di Palazzo Morpurgo (via Savorgnana, 12) sarà visitabile fino al 7 maggio la mostra fotografica di Francesco Malavolta “Popoli in Movimento”, che racconta attraverso immagini di grande impatto emotivo i flussi migratori in Europa, soffermando lo sguardo, fuori da ogni contabilità astratta, sul dramma umano delle persone che sono costrette ad abbandonare la propria casa e la propria terra. L’esposizione, un progetto di Banca Etica, sarà presentata e commentata da Malavoglia stesso nella giornata del 6 maggio, alle 10, alla Torre di Santa Maria, in via Zanon 2 (viste guidate sabato pomeriggio alle 15 e domenica mattina alle 11).

Sempre il 2 maggio, è stata inaugurata presso lo Spazio espositivo Make, via Manin 6,”Mariupol Diary”, mostra fotografica –  anteprima italiana – del fotografo ucraino Evgeny Sosnovsky, che ha documentato l’assedio della sua città, Mariupol. L’esposizione è la testimonianza visiva di Sosnovsky che, per sessantacinque giorni, sfidando i bombardamenti, ha raccontato con i suoi scatti gli effetti delle distruzioni e testimoniato la coraggiosa resistenza quotidiana degli ucraini, attraverso i volti di uomini e donne, anziani e bambini. La mostra è curata dall’attivista e scrittore Michele Guerra. In mostra anche un videomessaggio dell’autore. Visitabile fino all’11 maggio.

Ha chiuso la giornata del 2 maggio, nella cornice di Spazio 35, via Caterina Percoto 6, l’inaugurazione della personale di Augusta Parizzi “Il mio sguardo”, un progetto artistico di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Il dettaglio dell’occhio femminile per Parizzi è lo specchio di vissuti dolosi, ma allude anche alla possibilità di nuovi percorsi personali. L’artista ne ha parlato con l’avvocata Maddalena Bosio e con Alice Boeri, vice presidente di IoTuNoiVoi Donne Insieme di Udine, associazione antiviolenza di Udine che ha collaborato alla realizzazione della mostra. Tre donne impegnate personalmente e professionalmente nell’azione di sensibilizzazione contro la violenza di genere. La mostra sarà visitabile fino al 7 maggio.

Grande attesa per la serata del Premio Terzani

Come ogni anno, la serata per la consegna del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani al Teatro Nuovo Giovanni da Udine sabato 6 maggio, alle 21, è particolarmente attesa. Ne sarà questa volta protagonista il fumettista Zerocalcare, alias Michele Rech, che con il graphic novel No Sleep Till Shengal (Bao Publishing) si è aggiudicato la 19esima edizione del riconoscimento istituito e promosso dalla nostra associazione, insieme alla famiglia Terzani, nel nome del giornalista e scrittore fiorentino. 

Sarà, come sempre, una serata-evento: al centro del programma l’intervista al vincitore condotta dal giornalista e critico letterario Marino Sinibaldi, ideatore del programma Fahrenheit su RaiRadio3, di cui è stato a lungo direttore, ora presidente del Centro per il Libro e la Lettura di Roma, nonché membro della Giuria del Premio Terzani. Presenterà la serata Alessandro Lussiana, attore e doppiatore, che nella sua carriera è stato diretto dai registi più prestigiosi della scena italiana. E sarà naturalmente Angela Terzani Staude a consegnare il riconoscimento a Zerocalcare e a leggere la motivazione della Giuria al pubblico in sala. La parte musicale è affidata alla Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni diretta dal M° Massimo Belli, violino solista Lucio Degani. La scenografia porta la firma di Claudio Mezzelani che si è ispirato alle tavole del libro vincitore.

Per partecipare basta ritirare i biglietti numerati e gratuiti, dalle ore 16 di giovedì 4 maggio presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, negli orari di apertura della biglietteria (16-19), oppure scaricarli, senza costi, dal circuito Vivaticket. Potranno essere ritirati non più di 2 biglietti a persona.

Gli “Amici di vicino/lontano” 2023, presentando la tessera, hanno la possibilità di ritirare in anticipo i biglietti, nella misura di uno per ogni “amico”, martedì 2 maggio e mercoledì 3 maggio (16-19), sempre presso la biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Libri: tante anteprime e novità al festival

Vicino/lontano è come sempre anche una occasione per sfogliare insieme libri che ci aiutano a leggere il mondo e il nostro tempo

Stefano Massini racconta Manhattan Project”, l’evento di chiusura del festival in programma domenica 7 maggio, alle 21 nella Chiesa di San Francesco, offrirà al pubblico la straordinaria opportunità di assistere dal vivo al racconto di alcuni fra i più importanti momenti dell’opera “Manhattan Project”, appena pubblicata per Einaudi. 

In programma tante altre novità e anteprime, a partire dalla presentazione del nuovo libro-inchiesta della giornalista Floriana Bulfon, “Macro Mafia. La multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo” (Rizzoli)E poi “Non uccidere. Per una cultura della pace” il libro in uscita per Laterza, che porta la firma di Pierluigi Di Piazza, l’indimenticato fondatore del Centro Balducci scomparso proprio un anno fa. Fabrizio Gatti, Premio Terzani 2008, tornerà a Udine per presentare il suo ultimo libro “Nato sul confine”, da poco in libreria per Rizzoli. E per la prima volta presenteranno le loro pubblicazioni in Italia due autorevoli voci letterarie dell’est Europa, edite da Bottega Errante: lo scrittore e giornalista moldavo Julian Ciocan e lo scrittore e sceneggiatore montenegrino Stefan Bošković

Saranno al festival anche il giornalista Rai Andrea Romoli con il diario romanzato “Z. La guerra del soldato Konstantin” (Gaspari), la giornalista Luciana Borsatti con il saggio “Iran. Il tempo delle donne”, da poco pubblicato per Castelvecchi, il regista curdo-iraniano Fariborz Kamkari  con “Il ritorno in Iran”, un po’ memoir un po’ racconto dolente, pubblicato da La nave di Teseo. E poi ancora il racconto del lungo amore fra Tiziano Terzani e la moglie, Angela Terzani Staude, presidente della Giuria del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, che presenterà “L’età dell’entusiasmo” dato alle stampe lo scorso autunno per Longanesi. 

A vicino/lontano 2023 anche la giornalista Annarita Briganti con “Gae Aulenti. Riflessioni e pensieri sull’”architetto geniale” (Cairo), il sociologo Stefano Allievi con “Dizionario del Nordest”, uscito da poco per Ronzani,  l’artista attivista Gianluca Costantini con “Human Rights PortraitsSessanta anni di volti e di lotte di Amnesty International, edito da BeccoGiallo; Geia Laconi, moglie di Folco Terzani, con “Figlia dell’uomo Tigre” edito da Giunti, la storia vera eppure magica di una donna che ritrova sé stessa attraverso suo padre.

Fabrizio Barca a fine agosto a v/l mont

Vicino/lontano mont arricchisce il calendario degli eventi con un appuntamento di grande rilievo, un “fuori programma” che si realizza in collaborazione con Cooperativa Cramars, Innovalp.Tv, Legacoop FVG e CoopFond.

Venerdì 26 agosto alle 18, a Paluzza (in piazza XXI-XXII Luglio o, in caso di pioggia, nell’adiacente Sala del CESFAM), l’economista e co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità Fabrizio Barca e l’esperto in pianificazione e controllo strategico degli enti locali Luciano Gallo – con la moderazione del socio fondatore della Cooperativa Cramars Vanni Treu – discuteranno del ruolo delle Aree Interne. Quali sono le connessioni tra il lavoro di pianificazione e l’agire dei territori rispetto alle disuguaglianze che, come altrove, si stanno aggravando? Quanto può contare riaffermare i “diritti di cittadinanza” di chi vive e lavora nelle aree periferiche italiane? 


Porteranno il loro saluto il sindaco di Paluzza Massimo Mentil, referente dei sindaci per la strategia d’area “Alta Carnia”, e Ermes De Crignis, presidente della Comunità di Montagna della Carnia.


L’incontro è aperto a tutti. In caso di maltempo si consiglia di presentarsi con anticipo.


La foto pubblicata è di Alice Durigatto – Phocus Agency

Concerto di inaugurazione di v/l mont a Villa di Verzegnis

Vicino/lontano mont aprirà ufficialmente la sua seconda edizione giovedì 28 luglio, alle 18.30 a Villa di Verzegnis, dove – nel Prato d’Arte Marzona – è in programma il concerto inaugurale della rassegna. Protagonista la Topolovska Minimalna Orkestra, diretta da Antonio Della Marina, che eseguirà “In C”. Composto dal musicista americano Terry Riley nel 1964, il brano è la prima opera del minimalismo musicale capace di attrarre il grande pubblico. 

Il concerto si realizza in collaborazione con Carniarmonie, con l’Associazione Topolò e la Condotta Slow Food Carnia e Tarvisiano “Gianni Cosetti”

Dopo il concerto la conversazione tra il drammaturgo e scrittore Carlo Tolazzi e l’antropologo Gian Paolo Gri ripercorrerà la vicenda delle indemoniate di Verzegnis, una storia sorprendentemente attuale nonostante si collochi al crepuscolo del XIX secolo, portata in teatro qualche anno fa grazie alla scrittura drammaturgica di Tolazzi per la regia di Massimo Somaglino.

Dopo le Indemoniate, la rassegna darà spazio – sempre di giovedì e sempre alle 18 – alle altre tre indimenticabili drammaturgie dedicate alla Carnia da Tolazzi, opportunamente raccolte quest’anno da Forum ne “Il silenzio e la rivolta”: si parlerà di Portare e delle portatrici carniche (giovedì 4 agosto a Timau); di Resurequie e delle chiese di “ritorno alla vita” (l’11 agosto a Trava di Lauco); di Cercivento e della vicenda dei “fusilâz” (il 18 agosto a Cercivento). 

Venerdì 29 vicino/lontano mont si sposterà a Salârs di Ravascletto, a Cjasa da Duga, l’antica casa di famiglia che la fotografa Ulderica Da Pozzo ha reso sede di mostre ed eventi, facendone un punto di riferimento culturale per tutta la Carnia. Alle 17.30 verrà inaugurata la mostra “Così vicina, così lontana”. Presenta una selezione, risalente agli anni Sessanta, della produzione del fotografo Umberto Candoni, testimonianza di una Carnia in bianco e nero, povera ma dignitosa. Le immagini, scattate da un Candoni già ottantenne, colpiscono per l’immediatezza e la grande capacità di trasmettere emozioni. Interverranno, oltre alla padrona di casa, anche l’animatore culturale Marco Lepre, che ne ha curato il catalogo e il direttore del CRAF, docente all’Università di Udine, Alvise Rampini. La mostra si realizza in collaborazione con l’associazione culturale “Gli ultimi” e con il Comune di Ravascletto e resterà visitabile fino al 24 agosto.

La foto della Topolovska Minimalna Orkestra è di Luca Caratozzolo

Al No Borders Music Festival

The Natural Sound è il nuovo format culturale del No Borders Music Festival: dal 22 luglio al 7 agosto workshop, danza, teatro, escursioni guidate, incontri…accompagneranno i tradizionali grandi concerti. Con piacere vicino/lontano vi ha collaborato e ringrazia Compagnia Arearea, Teatro Incerto e ADS Tumblerart per la loro adesione.

Scoprite il programma completo qui: https://www.nobordersmusicfestival.com/programma/

Segnaliamo che tutte le attività sono riservate ai possessori dei biglietti per i concerti in programma in giornata.

Colum McCann vince il Premio Terzani 2022

Udine, 22 aprile 2022 – Va a Colum McCann per Apeirogon (Feltrinelli) la 18^ edizione del Premio letterario internazionale Tiziano TerzaniLo ha annunciato oggi la presidente di Giuria Angela Terzani Staude, moglie di Tiziano Terzani, sottolineando come «mentre l’orrore della guerra bussa di nuovo alle porte d’Europa, Colum McCann ci regala una speranza, mostrandoci che sotto le logiche della politica, e della geopolitica, si muovono persone – e sono tante – che al dolore della perdita, all’umiliazione della sconfitta, hanno deciso di contrapporre, dal basso, una coraggiosa, instancabile ricerca del dialogo. Alle loro voci Colum McCann unisce la sua, indicandoci la necessità di una nuova consapevolezza: in un mondo dominato dal caos, abbiamo il dovere di “abbracciare la confusione”, ma dobbiamo farlo insieme, e dobbiamo farlo subito, imparando a condividere quest’unica Terra. E viverci in pace». 

Il vincitore riceverà il Premio Terzani sabato 14 maggio a Udine (ore 21, Teatro Nuovo Giovanni da Udine). Sarà il protagonista della serata-evento che rappresenta da sempre il momento centrale del nostro festival.

Colum McCann dialogherà con la giornalista, scrittrice e regista Francesca Mannocchi, in queste settimane inviata in Ucraina per La7. Per la parte musicale è previsto, in collaborazione con Euritmica, l’intervento dei Radiodervish. 

Il pubblico di vicino/lontano – venerdì 13, alle 18.00, nella chiesa di San Francesco – potrà fare la conoscenza dell’opera vincitrice, ascoltando la voce di due attori, Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana, che proporranno una lettura scenica di alcune pagine significative di Apeirogon.

“Distanze” la parola-chiave della prossima edizione

Sarà “distanze” la parola-chiave  della 17ª edizione del festival. E se il pensiero corre immediatamente al distanziamento fisico imposto a tutti noi, cittadini “globali”, dall’emergenza Covid-19 sono ben “altre distanze” quelle che il festival intende indagare.  Non si può negare che la pandemia abbia accelerato, aggravandoli, processi e tendenze già in corso da decenni nel mondo globalizzato. A partire da questa constatazione, l’edizione 2021 del festival avanzerà una serie di interrogativi cruciali, assumendo come osservatorio e punto di vista obbligato la linea di frattura che separa un “prima” da un “dopo”

Le date previste per il festival, che già erano state annunciate (dal 6 al 9 maggio), hanno subito un prudenziale slittamento verso l’estate. Uno slittamento che dipende dalla nostra ferma intenzione di proporre la manifestazione in presenza e rinnovare, ancora una volta, quel rito collettivo fatto di empatia, complicità e appartenenza, che permette a una comunità di incontrarsi in uno spazio fisico per riconoscersi come tale. 

Grazie alla collaborazione con il Comune di Udine, incontri, dibattiti, conversazioni, conferenze, lezioni, letture, testimonianze, mostre, spettacoli e proiezioni occuperanno per quattro intense giornate, dal 1° al 4 luglio, gli spazi cittadini e, in un arco temporale più ampio, numerose sedi della regione, in particolare quelle dell’area montana. 

Con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, e in vista dell’edizione 2021 del festival, è ripartito anche il Concorso Scuole Tiziano Terzani. Rivolto a tutti gli istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia, agli studenti universitari e alle scuole di italiano per stranieri – ripropone il tema dell’edizione precedente, annullata a causa della pandemia: “La testa non basta. Bisogna metterci il cuore”, una citazione tratta da una delle ultime interviste a Tiziano Terzani. 

Anche la giuria del Premio Terzani,  presieduta da Angela Terzani, è già al lavoro da alcuni mesi. È atteso per fine febbraio l’annuncio dei 5 finalisti dell’edizione 2021.

L’edizione ridotta e gratuita del libro più amato di Terzani

«Il mondo di oggi ha bisogno di ribelli, ribelli spirituali» disse Tiziano Terzani. Un appello che Folco Terzani – 51 anni, figlio del reporter fiorentino – rilancia con un’operazione senza precedenti, la distribuzione gratuita in formato digitale de La fine è il mio inizio, opera postuma del 2006 che raccoglie l’intenso dialogo tra padre e figlio. Una versione ridotta, ma arricchita da un centinaio di foto – molte inedite – e destinata in particolare ai giovani. 

«I mesi che verranno ci vedranno isolati, lontano dagli altri – spiega Folco – impauriti e confinati dalla pandemia. Invece di sprecare quest’occasione con l’angoscia dei bollettini giornalieri alla tv o con la rabbia verso coloro che muovono le leve e gli interessi del mondo, questo può essere il momento per riflettere, costretti in un raro silenzio monacale, assieme a un libro-amico, sulle speranze e sugli errori del nostro tempo, sulle sfide che ci stanno davanti e, ancor più, sulle grandi domande che ognuno di noi un giorno si dovrà porre.»

Un’edizione “redux” pensata per le nuove generazioni, tanto connesse quanto smarrite: «È come una mappa della vita – spiega Folco, che ha alleggerito il testo originale – è il succo del succo, una formula ancora più concentrata delle ultime riflessioni di un vecchio che, poche settimane prima di morire, riafferma dinanzi ai limiti e alle vulnerabilità di cui tutti soffriamo come sia possibile “fare una vita, una vera vita, una vita in cui sei tu, un vita in cui ti riconosci”.»

L’operazione – autorizzata con sensibilità dalla casa editrice Longanesi – ricorda le tante già compiute da Tiziano: nel 1977 volle un’edizione scolastica abbreviata di Giai Phong! perché desiderava che gli studenti capissero che il Vietnam era più di un evento storico, ma un test di moralità per un’intera generazione. Nel 2002, dopo l’11 settembre, osteggiato dagli editori angloamericani fece tradurre a proprie spese Lettere contro la guerra e lo distribuì online in formato pdf raggiungendo una platea vastissima. Una generosità dettata dall’urgenza, dalla voglia di scuotere le coscienze.

«Tutti mi chiedono sempre: che cosa scriverebbe tuo babbo, oggi? Io vedo tantissime persone che donano il loro tempo, il loro impegno, il loro cuore. Anche gli scrittori devono esporsi, uscire dalle loro tane, e visto che producono parole, pensieri, ecco la scelta di questo testo gratuito e liberamente condivisibile. Un piccolo contributo per dare speranza e ritrovare coraggio.»

Il link per scaricare l’ebook sarà disponibile, dal 7 dicembre, sul nostro sito e su www.tizianoterzani.com

Amin Maalouf vince il Premio Terzani 2020

È Amin Maalouf per “Il naufragio delle civiltà”, edito in Italia da La nave di Teseo, il vincitore della XVI edizione del Premio Letterario Internazionale Tiziano Terzani.Lo ha annunciato questa mattina, lunedì 24 agosto, la presidente della Giuria Angela Terzani Staude dalla sua casa all’Orsigna nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta sulla piattaforma Zoom. Amin Maalouf sarà premiato domenica 27 settembre nella ex chiesa di San Francesco di Udine (ore 21) nel corso di una serata-evento, da sempre il momento più atteso del festival vicino/lontano, che nel 2005, in collaborazione con la famiglia Terzani, ha istituito il Premio. Il festival era in programma a maggio ed è stato riprogrammato dal 25 al 27 settembre

Qual è il punto di svolta decisivo che ha dato origine alla tragedia araba? Maalouf, da testimone privilegiato e con il lucido sguardo dello storico, interroga insistentemente i fatti per comprendere egli stesso – e farci comprendere – le ragioni di un naufragio che getta un’ombra inquietante sul futuro dell’intera umanità. Per l’esplicito invito a imboccare, prima che sia troppo tardi, la strada di una solidarietà globale, contro ogni nostra indifferenza; per la sua umanità e la limpida chiarezza della sua prosa (tradotta da Anna Maria Lorusso), la Giuria – che è composta da Enza Campino, Toni Capuozzo, Marco Del Corona, Andrea Filippi, Àlen Loreti, Milena Gabanelli, Nicola Gasbarro, Ettore Mo, Carla Nicolini, Marco Pacini, Paolo Pecile, Remo Andrea Politeo, Marino Sinibaldi – ha assegnato il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani per l’anno 2020 a IlNaufragio delle Civiltà di Amin Maalouf.

«È per me un piacere e un onore  ha dichiarato Amin Maalouf – essere il vincitore dell’edizione 2020 del Premio Terzani. Questi ultimi mesi sono stati per tutti noi un tempo di dolore e angoscia. Interpreto questo annuncio come un segno che la vita sta tornando. Con gioia e al contempo con rinnovata consapevolezza. Ora più che mai abbiamo bisogno di credere nella letteratura e nell’arte, nel libero dibattito delle idee e nell’uguale dignità di ogni essere umano. È rimanendo fedeli a questi valori che onoreremo il nome di Tiziano Terzani. Per questo esprimo la mia profonda gratitudine ai membri della giuria».