Tre eventi a fine maggio a cura della SFI-FVG

Si conclude a fine maggio la prima parte della rassegna “FILOSOFIA IN CITTÀ. LETTERE SULL’UMANISMO”, a cura della Società Filosofica Italiana – Sezione FVG, con Territori delle idee e Schola Humanistica di Padova, in collaborazione con vicino/lontano e altri prestigiosi partner. In calendario, tre eventi di sicuro interesse e originalità, che esprimono al meglio lo spirito dell’intera iniziativa:

giovedì 25 maggio – ore 16.00
Università degli Studi di Udine, Palazzo Antonini (Sala Gusmani)
LINGUA MORTA/LINGUA VIVA
Prove di umanesimo al crepuscolo dell’umano

Tavola rotonda con PAOLO PEZZUOLO, EDOARDO BENATI, ALEXANDRE FEYE, GIUSEPPE MARCELLINO, ROBERTO NORBEDO

giovedì 25 maggio – ore 21.00
Udine, Teatro San Giorgio
Bacchus_Pentheus
Spettacolo teatrale in lingua latina, con sottotitoli in italiano
liberamente tratto dalle Baccanti di Euripide
di e con STEFANO RIZZARDI e PAOLO PEZZUOLO
maschere di Stefano Perocco di Meduna
costumi di Margherita Mattotti,
voce registrata di Alice Ronco
musiche dal vivo Leo VirgiliErmes Ghirardini.

Venerdì 26 maggio – ore 17.00
Udine, Teatro Palamostre
UMANESIMO INQUIETO
Lectio magistralis di MASSIMO CACCIARI

Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito e libero, fino a esaurimento dei posti disponibili

Il bilancio del festival

Vicino/lontano ritrova la sua città e il suo pubblico, riappropriandosi e superando le migliori atmosfere vissute nel tempo pre-pandemia: la 19^ edizione si è chiusa con un bilancio decisamente positivo che include il successo notevole di pubblico nelle molteplici location del festival, e la conferma di un programma di alto valore, che ha saputo calamitare l’attenzione, in un affettuoso e stimolante “abbraccio” della città.

Il bilancio, a poche ore dalla conclusione ufficiale del festival, è arrivato per voce dei curatori Paola Colombo – anche presidente dell’associazione culturale vicino/lontano – Franca Rigoni e Álen Loreti, e del presidente del comitato scientifico Nicola Gasbarro. «È un’edizione, questa – hanno spiegato – che insieme a un resoconto decisamente lusinghiero porta in dote il valore aggiunto di una straordinaria empatia fra i protagonisti degli incontri e i loro spettatori. Non si tratta “solo” di un successo di partecipazione, ma di un’evoluzione di prospettiva: il pubblico ha dimostrato di guardare al festival come a una fonte importante di informazione e approfondimento sugli accadimenti del nostro tempo, sul mondo e le sue traiettorie. Un riscontro di cui siamo orgogliosi e che al tempo stesso ci responsabilizza per le scelte delle future edizioni. Il 2024 sarà infatti un anno chiave per vicino/lontano perché segnerà il ventennale del festival e anche i vent’anni dalla scomparsa di Tiziano Terzani – mancato il 28 luglio 2004 – figura di riferimento del nostro lavoro e alla quale, di intesa con la famiglia Terzani, abbiamo voluto dedicare sin dal 2004 un Premio Letterario internazionale che si è affermato per l’autorevolezza e la statura dei suoi vincitori».

Era “potere” il tema 2023 di vicino/lontano: una parola analizzata nelle sue multiformi accezioni da oltre 200 relatrici e relatori per 80 eventi in 5 giorni, dal 3 al 7 maggio, con molti eventi di anteprima. Un programma che «ha pienamente dimostrato la sua compattezza e coerenza tematica, l’alta qualità dei relatori che hanno dato prova di ottima capacità comunicativa. Un’edizione che ci è sembrata svilupparsi in un vero stato di grazia per la complicità fra i protagonisti e un pubblico maturo, coinvolto, partecipe e che dimostra di aver sviluppato un forte senso di appartenenza e identificazione con il festival. Un pubblico che vive con compostezza anche piccole criticità, le code sotto il sole, i programmi andati esauriti per le tante richieste, i biglietti gratuiti per la serata del premio Terzani letteralmente ‘bruciati’ in poco meno di mezz’ora. Abbiamo vissuto questi giorni condividendo con gli spettatori la gioia dell’attesa per gli eventi, la curiosità per i temi, la vivacità del dibattito, in un fervore comune di partecipazione civile e di entusiasmo per “l’evento festival”».

La giornata conclusiva del festival

Lo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, trionfatore ai Tony Awards 2022, ha chiuso la 19^ edizione del festival. Massini ha raccontato al pubblico il suo ultimo, attualissimo lavoro, “Manhattan Project” (Einaudi), ballata “fluviale” che ripercorre il progetto americano di costruzione della bomba atomica a opera degli scienziati ebrei espatriati dall’Europa nazista, un potente monito contro tutte le guerre e un invito a coltivare la memoria degli orrori del passato. 

Sempre in tema, in anteprima assoluta, è stato presentato a vicino/lontano 2023, in collaborazione con il Centro Balducci, il libro postumo di un sacerdote di frontiera che molto si è speso per la pace, Pierluigi Di Piazza: “Non uccidere. Per una cultura della pace” (Laterza). Erano presenti la giornalista Gabriella Caramore e Vito Di Piazza, fratello di Pierluigi, coordinati dal direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini. Tra i grandi protagonisti che sono intervenuti nella giornata conclusiva anche il filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag, che ha parlato del valore della parola “resistenza” in un video commentato dal vivo, nella Chiesa di San Francesco, dalla presidente della Società filosofica italiana-Sezione Fvg, Beatrice Bonato. “Resistere, malgrado tutto” titola l’analisi che Benasayag ha condotto intorno ai rapporti tra vita e potere, per evidenziare il modo in cui i viventi, seppure catturati nelle maglie di una governance parvasiva, possano in parte sottrarvisi. Molto partecipato è stato anche l’incontro con il noto musicista Massimo Zamboni, ex CCCP, che nel sorprendente “Bestiario selvatico” pubblicato da La nave di Teseo indaga il ruolo degli animali in rapporto all’uomo e alla sua indifferenza per l’ambiente. Ha conversato con il curatore di vicino/lontano mont Claudio Pellizzari

Quali sono le conseguenze di una relazione troppo stretta fra scienza e potere, se quest’ultimo la mette al servizio di ideologie antidemocratiche e di finalità distruttive? A vicino/lontano ne hanno parlato i genetisti Guido Barbujani e Michele Morgante, con il docente di Storia della medicina Gilberto Corbellini e il filosofo della scienza Giovanni.

L’attualità è rimasta in primo piano con altri due libri: presentando il suo primo romanzo “Il soldato Konstantin” (Gaspari), il giornalista Andrea Romoli, a lungo inviato in Ucraina, da Udine ha promosso il download gratuito del suo libro per i dissidenti russi, su piattaforme con accesso criptato. Un modo per sensibilizzare intorno all’assurdità di una guerra fratricida. Il progetto è stato raccontato alle 16, nella Loggia del Lionello: l’autore ha dialogato con Karina Bikbulatova. Konstantin era un giovane soldato russo, della cui identità e destino nulla sappiamo, ma che ha raccolto nel suo diario di guerra, custodito nella teca di un museo di Kiev, la rabbia di una generazione di giovani russi. 

In collaborazione con Bottega Errante per il progetto “Voci a Est”era presente al festival anche il giornalista moldavo Iulian Ciocan, autore di “Prima che Breznev morisse” (Bottega Errante editore): primo tassello di una trilogia distopica che racconta nei libri l’incubo dell’invasione russa in Moldavia, all’ordine del giorno dopo l’invasione dell’Ucraina. Alle 10, nella Loggia del Lionello Ciocan ha ha conversato con lo storico Andrea Zannini evocando le atmosfere del crepuscolo del decrepito regime di Brežnev, e una storia ambientata negli anni della Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia. E, poco dopo, Andrea Zannini ha tenuto una lectio in tema dell’uso distorto della storia da parte del potere concentrandosi sul “caso foibe”.

Nella Loggia del Lionello, Angela Terzani Staude ha raccontato la sua lunga storia d’amore con Tiziano Terzani sfogliando insieme al pubblico il libro “L’età dell’entusiasmo” (Longanesi): con lei il biografo di Tiziano Terzani, Álen LoretiAl Teatro San Giorgio è stato presentato L’uomo è antiquato?”, ultimo fascicolo della rivista ‘aut aut’ dedicato al filosofo Günther Andres, nel dialogo fra Micaela Latini, Pier Aldo Rovatti, Alessandro Di Grazia e Beatrice Bonato. “La seduzione del linguaggio. Dall’arte oratoria ai meme” è stato il tema della conversazione tra l’insigne linguista Raffaele Simone, la semiologa Annamaria Lorusso e il giornalista Marco Pacini per riflettere sulla seduzione del linguaggio, sui nuovi linguaggi iperconnessi, stratificati e fluidi, dove istantaneità, viralità, falsità si rafforzano nella distrazione, nella pigrizia, nella manipolazione.

La “Nico Pepe” a vicino/lontano

Si è rinnovata quest’anno la storica partnership con l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe di Udine, che ha portato al festival lo spettacolo teatrale “La primula e il temporale” per la regia di Claudio de Maglio.

In scena gli allievi del primo anno di corso: Giulio Bianchi, Martina Bunino, Silvia Cerchier, Iacopo Cesaria, Alvise Colledan, Erika Maria Cordisco, Massimo Filoso, Chiara Forti, Federica Garbarini, Santi Maccarrone, Gregorio Maconi, Andrea Monteverdi, Siro Pedrozzi, Tomas Prodorutti, Sara Volpi, Sara Wegher.

Lo spettacolo è stato ideato a partire dai temi proposti quest’anno per il Concorso Scuole Tiziano Terzani. E’ stato presentato nel corso della mattinata per la premiazione dei vincitore di sabato 6 maggio, e in replica per il pubblico del festival – come da tradizione – domenica 7 maggio presso l’Oratorio del Cristo.

Lo spettacolo è ispirato al corto pasoliniano Cosa sono le nuvole, inserito nel film corale Capriccio all’italiana (1968). L’episodio pasoliniano era ispirato a sua volta all’Otello di Shakespeare, riproposto in una chiave poeticamente surrealista. In una pluralità di piani di significato e di senso – a partire dall’idea del teatro nel cinema, e nella pittura – realtà e rappresentazione, mondo della finzione e mondo reale si confrontano e confliggono per suggerire una riflessione sul rapporto tra “apparire ed essere”. Perché nella cultura antropologica del presente ognuno recita a soggetto copioni altrui e la “verità” è fuori dal linguaggio, tenuta nascosta dietro la rappresentazione.

Un particolare ringraziamento va all’accademia Nico Pepe per aver permesso l’utilizzo degli spazi dell’Oratorio del Cristo nelle giornate di sabato e domenica 6 e 7 maggio e per aver gentilmente concesso anche quest’anno l’uso della scenografia che ha accolto il palco della Chiesa di San Francesco.

L’installazione vicino/lontano

Sul sagrato della chiesa di san Francesco, durante tutto il festival, è stata posizionata l’installazione “vicino/lontano”. Ideata da Paolo Bon e Massimo Piutti e realizzata in ferro e legno, con i colori del festival, era intesa al contempo come un espositore di materiali informativi e come luogo dove fermarsi a leggerli. 

Nella foto che pubblichiamo, di Luca d’Agostino, l’installazione è stata anche uno degli elementi scenici della performance di danza contemporanea “Crossing line” portata al festival dalla Compagnia 

Arearea nell’ambito del progetto internazionale Go Towards di cui è capofila.

La diretta di Radio Rai Friuli Venezia Giulia

È stato particolarmente gratificante per vicino/lontano poter contare, per questa 19esima edizione, sulla media partnership di Rai Radio3 e della sede Rai Friuli Venezia Giulia.

Grazie alla media partnership, Radio Rai Friuli Venezia Giulia ha dedicato al festival un lungo speciale, condotto da Gioia Meloni, andato in onda la mattina di sabato 6 in diretta dalla sala stampa.

Tra gli ospiti di Gioia Meloni, anche Angela Terzani Staude, presidente della Giuria del Premio Terzani e il vincitore 2023 Zerocalcare.

Per ascoltare o riascoltare lo “Speciale vicino/lontano”, questo il link a Raiplay Sound https://www.raiplaysound.it/ricerca.html?q=Speciali+Rai+Radio+FVG

I vincitori del Concorso Scuole Tiziano Terzani

Come ogni anno si rinnova al festival l’appuntamento con il Concorso Scuole Tiziano Terzani. Il Concorso, che si è realizzato anche quest’anno con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, è stato ideato da vicino/lontano in collaborazione con la famiglia Terzani. È aperto agli istituti scolastici di ogni ordine e grado della regione Friuli Venezia Giulia e ha l’obiettivo di stimolare e promuovere all’interno della scuola la realizzazione di percorsi di riflessione e creatività per contribuire a sviluppare nei bambini e nei ragazzi il senso di ‘cittadinanza attiva’.

Sabato 6 maggio a presentare il concorso, nella splendida cornice del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, è stata la responsabile del Concorso Doris Cutrino, mentre a premiare i ragazzi era presente Geia Laconi, moglie di Folco Terzani, insieme al presidente della Banca di Udine Credito Cooperativo Lorenzo Sirch. Degli oltre 100 progetti presentati, la giuria ne ha premiati 13.

Sono intervenuti la compagnia circense New Faboulouse Circus Copernicus, un gruppo di studenti del Liceo Copernico di Udine che si prodiga nel creare coreografie e spettacoli di ispirazione circense, finalizzati a far conoscere l’arte del circo e del teatro da strada. Hanno proposto, in apertura della mattinata, la performance “Sconnessi e curiosi”. Interpreti: Marta Band, Vittorio Milan, Sara Cocetti, Micol Degano, Juri Letizia, Greta Rustico, Angelica Del Pos, Lorenzo Meroi, Daniele Mrak, Lorenzo Chiopris, Marco Sebastianutto, Enea Zancanaro, Lara Rikic, Sofia De Losa, Lucinda Meshberg, Xu Chenghao. E con la supervisione di Sonia Adorinni e Anna Chiarandini. “Crescere mettendosi in gioco”, era il titolo dell’intervento dello studente Giovanni Parri del Liceo classico J. Stellini di Udine, mentre il Liceo coreutico dell’Educandato Statale Collegio Uccellis ha proposto la performance coreutica “Legami” (interpreti: Lika Akhalbedashvili, Alice Amadio, Delia Armenia, Syria Iacobacci, Giorgia Maniscalco, Marianna Carmela Puliafito, Carolina Tuniz, Elisa Zambelli. Il testo tratto da La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano è stato interpretato dalla studentessa Carolina Tuniz. Federica Maddalena Cucinotta ha curato regia e coreografia.

L’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe ha proposto ai ragazzi e ai genitori presenti in sala lo spettacolo teatrale “La primula e il temporale” interpretato dagli allievi del primo anno di corso. Con la regia di Claudio de Maglio.

Hanno fatto parte della giuria 2023: Doris Cutrino, Manuela Beltramini, Anna Chiarandini, Gianni Cianchi, Anna Croppo, Luca d’Agostino, Carlo Della Vedova, Margherita Mangilli, Margherita Piva, Antonella Rotolo, Antonella Sbuelz, Gabriella Scrufari. La scuola capofila per l’edizione 2023 è stata il Liceo classico Stellini di Udine.

I premi in denaro sono stati messi a disposizione da Banca di Udine Credito Cooperativo. I libri sono stati messi a disposizione da Salani Editore, Gruppo Mauri Spagnol. Giochi ed educational sono stati offerti da Trudi e Sevi. Le targhe consegnate ai vincitori sono state realizzate da Carraro Chabarik mosaico contemporaneo

La giornata di sabato 6 maggio

Una giornata straordinariamente ricca di incontri, tutti intrecciati con la più viva attualità. A partire dal dialogo che ha visto protagonista Vera Politkovskaja, a vicino/lontano per raccontare sua madre, la giornalista russa Anna Politkovskaja assassinata a Mosca nell’androne di casa sua, il 7 ottobre 2006, e l’anno dopo insignita del Premio Terzani alla memoria. Vera aveva ventisei anni. Le ha dedicato un libro: Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja (scritto per Rizzoli con Sara Giudice). Fuoriuscita dalla Russia all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, Vera Politkovskaja ha dialogato in collegamento da remoto con il giornalista Andrea Filippi, direttore de La Provincia Pavese e membro della Giuria del Premio Terzani. Il pubblico del festival, tutto in piedi, al termine dell’incontro le ha dedicato un applauso commovente, lunghissimo. 

A discutere del potere reale dell’intelligenza artificiale, in un dibattito di altissimo livello, sono intervenuti al festival uno dei più influenti scienziati che nel mondo la studiano, Federico Cabitza, la filosofa Teresa Numerico e il giornalista e docente Fabio Chiusi, esperto di digitale. L’intelligenza artificiale si è ritagliata un ruolo enorme, e crescente, nelle vite e nei diritti di ognuno di noi: dal welfare alla sanità, dalla sicurezza all’istruzione. L’irruzione di chatbot con cui parlare come con un essere umano, come ChatGPT, e di sistemi con cui tradurre comandi testuali in immagini ha ulteriormente complicato lo scenario e scatena inquietanti interrogativi. 

Al festival si è parlato di Iran e della rivoluzione delle donne con il regista iraniano-curdo Fariborz Kamkari, la docente e autrice italo-iraniana Farian Sabahi, il giornalista Alberto Negri, l’artista e attivista Gianluca Costantini, coordinati dalla giornalista Luciana Borsatti. Direttamente collegato a questo appuntamento, era il confronto “Teocrazie. La follia di credersi Dio”, che ha visto protagonisti Annarosa Buttarelli, Rocco D’Ambrosio e Nicola Gasbarro, presidente del Comitato scientifico del nostro festival. Se la religione diventa strumento dell’agire politico e l’etica pubblica coincide con la morale religiosa, quale spazio rimane alla tolleranza per la libertà del pensiero? Una riflessione sulla necessità di rendere autonomo il fondamento dell’autorità civile, e laico l’esercizio del potere.

Protestare o disertare?” titolava il panel in cui si sono confrontati la giornalista Annalisa Camilli, l’ex sindacalista Valter Molinaro e l’eco-attivista di ‘Ultima Generazione’ Simone Ficicchia. Per cercare un modo di dare forza al “pensiero alternativo” ignorato o messo all’angolo da chi sta al potere.

A vicino/lontano anche la prima presentazione del nuovo libro “Macro Mafia. La multinazionale dei clan che sta conquistando il mondo”, appena uscito per Rizzoli, di Floriana Bulfon: un’inchiesta sul super cartello che domina la criminalità internazionale e che va dal Sudamerica all’Italia, dall’Olanda agli Emirati, dall’Irlanda all’ex Jugoslavia. È stato presentatosabato anche “Nato sul confine”(Rizzoli), il nuovo libro del giornalista e scrittore Fabrizio Gatti, Premio Terzani 2008, in dialogo con la giornalista Anna Dazzan, accompagnati dalle letture di Manuel Buttus e Roberta Colacino. Al centro del romanzo, a bordo di una imbarcazione di migranti siriani, la voce di un bambino non ancora nato, Mabruk, che tutto vede e ci fa vedere, ed è insieme la voce dei suoi coraggiosi compagni di viaggio, e di tutte le persone cui sia toccato in sorte di scappare dal proprio Paese in guerra. Alle migrazioni è stata dedicata la mostra fotografica “Popoli in Movimento” che Francesco Malavolta ha presentato al pubblico in un appassionato intervento in Torre Santa Maria. Ancora in tema di libri: lo scrittore montenegrino Stefan Boskovic, in dialogo con il giornalista Oscar D’Agostino, ha presentato “Il ministro” (Bottega Errante), dove immagina, in un ritratto psichedelico della società contemporanea, i nove turbolenti giorni del ministro della cultura del Montenegro, Valentino Kovačević, dopo l’uccisione accidentale di un’artista durante una performance. Chi sono i pacifisti in Italia oggi, e a chi interessa soffiare sul vento della guerra? Ne ha scritto il giornalista Matteo Pucciarelli nel suo “Guerra alla guerra”, uscito per Laterza, che al festival ha discusso del tema con il coordinatore di ‘Pace e disarmo’ Francesco Vignarca e la direttrice del quotidiano Il Piccolo Roberta Giani

Al festival si è parlato anche di “cancel culture”, con lo scrittore Christian Raimo e l’accademica Sergia Adamo: riscrivere, rileggere e manipolare non come gesto di censura – forse – ma come un modo per mettere in una relazione diversa il presente e il passato e per poter guardare al futuro.

Radio3mondo in diretta dal festival

È particolarmente gratificante per noi organizzatori poter contare per questa 19esima edizione sulla media partnership di Rai Radio3 e della sede Rai Friuli Venezia Giulia.

Grazie alla media partnership, Radio3mondo è andata in onda venerdì 5 in diretta dal nostro festival. 

Anna Maria Giordano – che al festival aveva intervistato il vincitore del Premio Terzani 2020 Amin Maalouf nella serata per la premiazione – ha condotto la trasmissione ospitando il filosofo Ivan Dimitrijevic, la giornalista e attivista curda Havin Guneser, lo storico David Reynolds e lo studioso e docente Fabio Chiusi. 

La puntata qui http://bit.ly/mondovicinolontano

Il firmacopie di Zerocalcare

Disegnetti anche a Udine, sabato 6 maggio, dalle 14.30 alle 18.30 in Largo Ospedale Vecchio!

Chi vorrà partecipare al firmacopie del vincitore del Premio Terzani dovrà mettersi in coda a partire dalle 13.30. La fila verrà chiusa una volta esauriti i 100 posti disponibili.

Se porterete più di un libro da dedicare, avrete un disegno su uno dei libri e firmadilli sugli altri.

Cattivofrank all’Oratorio del Cristo

Nelle giornate di venerdì e sabato l’Oratorio del Cristo – grazie alla collaborazione con l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe – torna a essere sede degli incontri del festival. Vi fa ingresso anche l’arte. Le sedute del palco sono opera dell’artista udinese Cattivofrank. Realizzate con materiali di recupero – ferro arrugginito, doghe di vecchie botti, inserti metallici in peltro di vecchi vassoi, fusi all’interno degli “errori” del legno – vengono cortesemente messe a disposizione di vicino/lontano 2023. Pensate – in parte – per lo spettacolo teatrale Medea, di e con l’attrice e autrice Giuliana Musso, avranno la funzione di sedute destinate ai relatori del festival. E contemporaneamente, grazie alla loro forza espressiva, continueranno a mantenere il loro valore di oggetti scenici onirici, capaci di rappresentare ognuno la propria unicità e irripetibilità.

Cattivofrank, alias Lanfranco Brisighelli è figlio d’arte: nato a Udine e diplomato in aeronautica all’Istituto Malignani, è pronipote di un orafo di Casa Savoia, nipote di un meccanico di biciclette e di un fotografo. La famiglia Brisighelli è infatti nota da oltre un secolo a Udine e in Friuli, di cui ha raccontato paesaggi, attività, eventi e persone in scatti memorabili.

Gli eventi di venerdì 5 maggio

Un saldo filo rosso fra la storia e l’attualità legava gli appuntamenti della terza giornata del festival. A cominciare dalla lezione magistrale che ha tenutolo storico David Reynolds, professore emerito di Storia internazionale all’Università di Cambridge:Europa in armi: dalle guerre mondiali all’Ucraina” era il titolo lectio che ha tenuto, un evento a cura dell’Università di Udine e dell’Associazione culturale Friuli Storia, introdotta dallo storico Tommaso Piffer. La mappa dell’Europa è cambiata enormemente nell’ultimo secolo, più spesso la trasformazione è stata il risultato involontario di conflitti che hanno avuto effetti devastanti sulla vita di milioni di persone e hanno ridisegnato la geografia e gli equilibri politici del continente. 

E della “Storia come arma, dai Balcani alla Russia di Putin”, ovvero dell’imposizione di una visione deformata del passato per giustificare politiche nazionalistiche aggressive, hanno discusso la giornalista e saggista Francesca Mannocchi e lo storico contemporaneista Guido Crainz, coordinati dal giornalista e critico letterario Marino Sinibaldi

Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si è tenuta la mattinata conclusiva del progetto formativo interistituzionale per le scuole “Il piacere della legalità?”, coordinato da Liliana Mauro e Chiara Tempo e giunto al traguardo della sua XVI edizione, dedicata a Pierluigi di Piazza. Fra gli ospiti: Lucia Castellano, direttrice generale per l’Esecuzione Penale Esterna, i giornalisti Fabrizio Gatti e Francesca Mannocchi e il rapper Dj Tubet

Lucia Castellano è stata protagonista anche di un dialogo con la giornalista Luana De Francisco, sul tema “Il senso della pena: diritti e carcere. Nella Torre di Santa Maria si è parlato di “Elon Musk, l’uomo che vuole risolvere il futuro”, con lo studioso e docente universitario Fabio Chiusi, autore dell’omonimo saggio per Bollati Boringhieri, in dialogo con il giornalista scientifico Roberto Manzocco. Elon Musk è uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo, le sue iniziative sembrano alimentare un “culto” della sua persona e sfuggono a un reale controllo pubblico, critico e su base democratica, e proprio da questa considerazione prende avvio l’attenta analisi di Fabio Chiusi.

Sul “Potere perduto dei giovani”, coordinati dal sociologo Stefano Allievi, si sono confrontati la poetessa, rapper e scrittrice Wissal Houbabi, il sociologo Maurizio Merico, la demografa Maria Letizia Tanturri e la presidente di LegaCoopFvg Michela Vogrig. In una società demograficamente sempre più vecchia, si sta erodendo progressivamente lo spazio – anche culturale e sociale – a disposizione dei giovani. Assistiamo a un rovesciamento storico: in tutti i campi è proprio chi ha meno futuro davanti a sé che ne determina la direzione. 

nuovi progetti del movimento di liberazione curda sono stati raccontati, nella Loggia del Lionello, dalla giornalista e attivista curda Havin Guneser, in dialogo con il ricercatore Federico Venturini. Al Teatro Nuovo Giovanni da Udine si è tenuta la lezione magistrale dell’editorialista Beppe Severgnini in occasione della Graduation dell’Executive Master in Business Administration dell’Università degli Studi di Udine.

La “preziosa eresia” di Federico Tavan

Nel 2014, a un anno dalla scomparsa, il nostro festival aveva dedicato a Federico Tavan una serata speciale nello spazio dell’ex Chiesa di San Francesco. Il 2023 segna dieci anni da quando Federico saliva sulla sua Nave spaziale per il suo viaggio senza fine. E vicino/lontano 2023 lo ricorda con otto cartoline, consegnandole alla sua navicella spaziale e al pubblico che vorrà collezionarle, con le parole di Aldo Colonnello, Pierluigi Cappello, Anna De Simone, Rosanna Paroni Bertoia, Paolo Medeossi, Mario Turello, Danilo De Marco e con due poesie: di Ida Vallerugo e di Rosanna Paroni Bertoia. Accompagnano i testi otto fotografie di Danilo De Marco. Le cartoline saranno gratuitamente a disposizione del pubblico nelle sedi del festival, fino a domenica 7 maggio. “Federico Tavan – ha scritto Paolo Medeossi – è sempre stato esclusivamente poeta: non è mai venuto meno all’impegno di farne atto pubblico urlando verità scomode e dando generosamente in pasto la sua stessa esistenza. Il poeta, se vero, non può far altro, è questo il suo destino, la sua missione, il suo principale dovere civile. Precario, inaffidabile, approssimativo, imperfetto in tutto, Federico è coerente e lucido in tutto questo”.

La foto che pubblichiamo è stata cortesemente concessa da Danilo De Marco

La seconda giornata del festival

Le nuove geografie del potere, fra deglobalizzazione e questioni internazionali, sono state al centro della seconda giornata del festival. Ne hanno parlato il direttore di Limes Lucio Caracciolo, analista geopolitico fra i più autorevoli, in dialogo con la giornalista e scrittrice Luciana Borsatti, fresca autrice per Castelvecchi del saggio IranIl tempo delle donne (2023). Introdotto dal giurista Guglielmo Cevolin, l’incontro è entrato nel vivo dell’attualità: le distanze tra Usa, Cina e Russia segnalano la crisi del precedente ordine mondiale a trazione statunitense e allontanano la transizione verso un mondo multipolare istituzionalizzato, e pacifico. 

In Torre di Santa Maria si è parlato di “Abitare: una costruzione culturale”, con l’antropologo Andrea Staid in dialogo con Paolo Bon, presidente dell’Ordine degli Architetti di Udine. “Abitare è naturale, è il primo dei diritti di ogni individuo” – scrisse Jean Nouvel – e Andrea Staid si interroga da sempre su come esercitare questo diritto. Nel Salone del Popolo, si è tenuto l’incontro “Nichilismo del potere nella cultura russa”: il filosofo Ivan Dimitrijevic, docente all’Università di Varsavia e autore di molti saggi, ha dialogato con Beatrice Bonato, presidente della Sezione FVG della Società Filosofica Italiana. Lo “scontro di civiltà” presentato da alcuni intellettuali russi come la ragione profonda della guerra contro l’Ucraina suona inquietante, ma in qualche modo aiuta a capire la rilevanza della cultura per la politica. Si è partiti da qui per delineare gli aspetti fondamentali dell’ideologia del potere in Russia nel suo debito con la categoria di nichilismo, l’idea di una missione messianica del popolo e l’indifferenza alla vita del corpo.

I riflettori sono stati puntati su un tema di estrema attualità in “Donne al governo”, dialogo tra le docenti di Letterature comparate Sergia Adamo, del comitato scientifico di vicino/lontano, e di Diritto del lavoro Roberta Nunin e la giornalista Fabiana Martini, già vicesindaca di Trieste e autrice del libro Il governo delle donne. Viaggio tra le amministratrici locali italiane (Vita Activa Nuova 2022). Solo il 15% delle città italiane sono guidate da donne: in nessun Comune superiore ai 200 mila abitanti c’è in questo momento una sindaca. Le istituzioni sono ancora dominate da logiche monosessuate. 

Sul Sagrato di San Francesco “GO towards”, è stato presentato il progetto internazionale – di cui la Compagnia Arearea è capofila – che indaga il concetto di confine con il linguaggio universale della danza, alla ricerca di una cultura trans-frontaliera. La presentazione è stata accompagnata dall’azione performativa Crossing line con Roberto Cocconi, Marta Bevilacqua e i danzatori della Compagnia Arearea.

La giornata si è chiusa, sempre in Chiesa di San Francesco, con la toccante lettura scenica “Due padri”, tratta da “Apeirogon”, il libro di Colum McCann vincitore del Premio Terzani 2022: in scena gli attori Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana. A grande richiesta da vicino/lontano 2022, una testimonianza e un messaggio più che mai necessari, in Israele e altrove: abbracciarsi, tenersi la mano, guardarsi negli occhi, ascoltarsi. Due padri e lo stesso dolore, la stessa forza. Parole di odio che provano a diventare parole di pace.

Vicino/lontano per Giulio Regeni

Il nostro festival continua a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni.

I genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, erano presenti all’inaugurazione con un loro messaggio video.

87 mesi fa il corpo di Giulio ci mostrava “tutto il male del mondo”. 

Chi lo ha torturato e ucciso non può restare impunito, il processo si deve fare in Italia. 

Vogliamo giustizia. Siamo sempre qui, sempre più numerosi a fianco della sua famiglia.

Presso l’infopoint del festival in Largo Ospedale Vecchio si possono trovare i braccialetti e le spille gialle a offerta libera per aiutare a sostenere i costi delle spese legali.

Un piccolo gesto che può fare molto.

Inaugurata la XIX edizione del festival

Con il saluto del Vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia con delega alla Cultura Mario Anzil, del Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni e del Rettore Roberto Pinton si è aperta mercoledì 3 la XIX edizione del festival vicino/lontano. “Potere” la parola chiave. Dove si nascondono e come agiscono i nuovi poteri, sempre più invisibili, annidati fra gli interessi delle multinazionali e le ultime sofisticate tecnologie, fra il neo-imperialismo di governi che soffocano i diritti umani e civili, e un’economia senza etica che produce diseguaglianza? È stato dedicato a “La metamorfosi dei poteri” l’evento inaugurale nella Chiesa di San Francesco. Sul tema si sono confrontati l’economista e matematico francese Gaël Giraud, la sociologa Maria Rosaria Ferrarese, il filosofo Giovanni Leghissa e l’antropologo Nicola Gasbarro, presidente del nostro comitato scientifico.

Nella serata inaugurale, sempre nella Chiesa di San Francesco, si è parlato di Afghanistan e del silenzio calato sulle vicende del Paese, con l’intervento di tre autorevoli esperti: il giornalista e inviato di guerra Valerio PellizzariAlberto Cairo, in Afghanistan dal 1990 per il Comitato Internazionale della Croce Rossa e per la Ong italiana Nove Onlus come fisioterapista per la riabilitazione fisica e l’inclusione socio-economica delle vittime di guerra; e l’analista e ricercatore Fabrizio Foschini, che per vicino/lontano e le Librerie in Comune ha tradotto e annotato i “Diari dal carcere” di Sepideh Gholian (Gaspari Editore 2021), che verranno presentati anche al Salone del Libro di Torino. Toccante fuori programma con la testimonianza di una donna afghana, impegnata nel suo Paese per l’empowerment femminile, che è dovuta fuggire, lasciando suo figlio. 

Al Teatro San Giorgio è andato in scena “Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, di Gianluigi Gherzi e del regista e attore Fabrizio Saccomanno che sul palcoscenico è stato affiancato da Elisa Morciano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic. Proposto in collaborazione con Teatro Contatto 41, lo spettacolo ricostruisce l’itinerario personale e professionale dello scrittore e giornalista Alessandro Leogrande, un intellettuale straordinario scomparso prematuramente a soli 40 anni, che con il suo La frontiera (Feltrinelli) era stato finalista del Premio Terzani 2016. Nato a Taranto e laureato in filosofia a Roma, dopo l’incontro con Goffredo Fofi ha iniziato a collaborare con la rivista “Lo Straniero” di cui è poi diventato vicedirettore. Collaboratore di Radio3 e del Corriere del Mezzogiorno, ha scritto anche per Pagina99, il Riformista, Internazionale e Minima&moralia, sempre e comunque dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, ovunque ci sia stato un sopruso: nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne del caporalato pugliese, così come nell’Argentina dei desaparecidos.

Tre mostre da non perdere

Tre le mostre che hanno aperto i battenti al festival martedì 2 maggio. Al piano nobile di Palazzo Morpurgo (via Savorgnana, 12) sarà visitabile fino al 7 maggio la mostra fotografica di Francesco Malavolta “Popoli in Movimento”, che racconta attraverso immagini di grande impatto emotivo i flussi migratori in Europa, soffermando lo sguardo, fuori da ogni contabilità astratta, sul dramma umano delle persone che sono costrette ad abbandonare la propria casa e la propria terra. L’esposizione, un progetto di Banca Etica, sarà presentata e commentata da Malavoglia stesso nella giornata del 6 maggio, alle 10, alla Torre di Santa Maria, in via Zanon 2 (viste guidate sabato pomeriggio alle 15 e domenica mattina alle 11).

Sempre il 2 maggio, è stata inaugurata presso lo Spazio espositivo Make, via Manin 6,”Mariupol Diary”, mostra fotografica –  anteprima italiana – del fotografo ucraino Evgeny Sosnovsky, che ha documentato l’assedio della sua città, Mariupol. L’esposizione è la testimonianza visiva di Sosnovsky che, per sessantacinque giorni, sfidando i bombardamenti, ha raccontato con i suoi scatti gli effetti delle distruzioni e testimoniato la coraggiosa resistenza quotidiana degli ucraini, attraverso i volti di uomini e donne, anziani e bambini. La mostra è curata dall’attivista e scrittore Michele Guerra. In mostra anche un videomessaggio dell’autore. Visitabile fino all’11 maggio.

Ha chiuso la giornata del 2 maggio, nella cornice di Spazio 35, via Caterina Percoto 6, l’inaugurazione della personale di Augusta Parizzi “Il mio sguardo”, un progetto artistico di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Il dettaglio dell’occhio femminile per Parizzi è lo specchio di vissuti dolosi, ma allude anche alla possibilità di nuovi percorsi personali. L’artista ne ha parlato con l’avvocata Maddalena Bosio e con Alice Boeri, vice presidente di IoTuNoiVoi Donne Insieme di Udine, associazione antiviolenza di Udine che ha collaborato alla realizzazione della mostra. Tre donne impegnate personalmente e professionalmente nell’azione di sensibilizzazione contro la violenza di genere. La mostra sarà visitabile fino al 7 maggio.