Giornata in malga con il CAI

“Cjamâ e Discjamâ la Mont” (letteralmente “caricare e scaricare” di animali allevati a valle la montagna, intesa come alpeggio), è il titolo della escursione guidata CAI a Malga Glazzat che vicino/lontano mont – in collaborazione con ASCA, la Comunità di Montagna Canal del Ferro Valcanale e il Comune di Pontebba – propone per la giornata di sabato 28 agosto. Per chi desidera partecipare, la partenza è fissata alle 8.30, a Sella Cereschiatis, in Val Aupa. La gita è alla portata di tutti: dislivello di circa 400 metri, 3 chilometri di facile sentiero, per circa un’ora e mezza di cammino sul segnavia CAI 434. Una volta arrivati in malga, anche per chi non prenderà parte all’escursione, il programma prevede, alle 10.30, gli interventi di Sandro Menegon, appassionato ricercatore nel campo dell’allevamento e dell’agricoltura di montagna e del tecnico ERSA Ennio Pittino, che parleranno del lavoro in malga ieri e oggi, con la moderazione del giornalista Walter Tomada. A seguire il professore di Geografia all’Università di Udine Mauro Pascolini presenterà la nuova edizione della guida edita da CO.EL “Malghe e alpeggi della montagna friulana” della quale è coautore. Dopo il pranzo – prenotabile per chi lo desidera in malga al 377-1892939 – dalle 14.00 si darà spazio ai racconti di “Femines e omps di mont” con Daniela Tarman, presidente della Cooperativa Agricoltori Valcanale-Caseificio di Ugovizza, Paola Zanzi, allevatrice a Grauzaria, Simone Toffolo De Piante, casaro ai Piani del Montasio e agricoltore giramondo, e Kaspar Nickles, contadino di montagna a Dordolla. Concluderà la conversazione una breve dimostrazione casearia. E, per tutta la giornata, a orario variabile e imprevedibile, incursioni freestyle di Dj Tubet.

La giornata di domenica 29 sarà dedicata ai più piccoli. Vicino/lontano mont propone, per bambini dai 5 ai 10 anni e accompagnatori, “Gno von Bepopalon”, una passeggiata/racconto itinerante, ispirata al libro illustrato edito da Kappavu, sui sentieri “Troi de Sgjazio” e “Troi de Corvats”, con partenza alle 10.30 dallo Staipo da Canobio, a Collina di Forni Avoltri. Guidati da Ines Caneva, i bambini ascolteranno il racconto dalla voce di Lussia di Uanis, con l’accompagnamento musicale di Guido Carrara. La durata prevista della passeggiata è di circa 1 ora e mezza, soste comprese. Dopo il pranzo – prenotabile per chi lo desidera allo Staipo da Canobio (347-4099269) o al Rifugio Tolazzi (333-4746084 o 349-1654634) – i bambini potranno partecipare al laboratorio di disegno condotto da Guido Carrara che avrà inizio alle 15 allo Staipo da Canobio.

Il workshop di architettura “Condividere sentieri”

Nell’ambito della prima edizione vicino/lontano mont, l’Atelier Mobile di Torino e l’Ordine degli Architetti della Provincia di Udine – in collaborazione con i Comuni di Sappada e Prato Carnico, ASCA, Sezioni CAI di Tolmezzo e Sappada, Rifugio De Gasperi, Officina Montagna Cantiere Friuli dell’Università di Udine e Cadore SCS-, propongono, da mercoledì 25 a sabato 28 agosto, il workshop di architettura “Condividere Sentieri”, dedicato allo studio e alla realizzazione di interventi lungo i sentieri che uniscono l’Alta Valle del Piave alla Val Pesarina e che sono sempre stati vie di comunicazione, incontro, scambio, pellegrinaggio. 

Una prima apertura simbolica di cantiere avrà luogo durante la giornata finale del workshop, con l’avvio, sabato mattina, dalle 9 alle 13, degli interventi manutentivi sul sentiero CAI 316 “Corbellini” nei versanti di Prato Carnico e Sappada.

Realizzato negli anni Trenta, in tempo di pace, per iniziativa del medico e alpinista Regolo Corbellini, con uno sviluppo di 4mila metri, di cui 1.2000 scavati con le mine nella roccia, questo sentiero attrezzato è unico nel suo genere nelle Alpi. La sua storia verrà raccontata – mercoledì 25 alle 20.30 – in diretta facebook dal Rifugio De Gasperi, da Simone Gonano, gestore del rifugio.

Il workshop è riservato ad architetti e studenti di architettura o paesaggio, che avranno come tutor gli architetti Luca Barello, Niccolò Suraci e Cristiano Tosco di Atelier Mobile (programma dettagliato sul sito ateliermobile.org), ma prevede molti momenti di condivisione

Saranno aperte anche al pubblico le visite guidate di mercoledì 25 nei luoghi di interesse architettonico delle due valli: in Cjanal, con la guida di Andrea Puschiasis (partenza alle 9 dalla Palestra Fuina del borgo di Prato Carnico), e a Plodn, con la guida di Andrea Polencic (partenza alle 17 dal Santuario Regina Pacis del borgo Soravia di Sappada). Al termine delle giornate di giovedì 26 e venerdì 27 agosto, all’Auditorium del Museo di Cima Sappada (alle 18), sono inoltre previsti incontri di presentazione e discussione dei lavori con le comunità locali. Il workshop si chiuderà, sabato 28 agosto, con una doppia presentazione pubblica degli esiti: a Prato Carnico (Casa del Popolo di Prieria, alle 15) e a Sappada (Auditorium del Museo di Cima Sappada, alle 20). 

Prenotazioni per gli appuntamenti aperti al pubblico sul sito vicinolontano.it

Nella immagine pubblicata: un tratto del sentiero attrezzato CAI 316 “Corbellini”

Le memorie di Fulgenzio Schneider, intellettuale popolare saurano

Vicino/lontano mont fa tappa martedì 24 agosto a Socchieve. Alle 20.30, nel Centro culturale (via Nazionale 37) di una delle più antiche borgate della Carnia, verrà presentato il volume, edito da Forum, “Memorie di racconti che oggidì si chiamano legende e superstizioni”, prima pubblicazione del manoscritto di Fulgenzio Schneider (1864-1941), contadino e falegname di Sauris. Ottavo di 14 figli, non ebbe vita facile. Andò a scuola fino alla terza elementare, ma continuò a studiare da autodidatta sui libri che trovava a disposizione. Fu – così è stato definito – un intellettuale popolare, animato dalla sola passione: cronista, storico e custode della tradizione. A partire dal 1911 trascrisse racconti, memorie e vicende del paese in diversi manoscritti. Il volume che viene presentato, edito nel 2020, raccoglie le storie del patrimonio orale saurano: storie di orchi, streghe, dannati, anime del purgatorio, tregende, incubi. Ma anche il resoconto di “fatti degni di memoria” che Schneider riporta con precisi riferimenti a persone, luoghi, situazioni.

Della sua opera parleranno i curatori del volume, l’antropologo Domenico Isabella e la curatrice del Centro Etnografico ‘S Haus von del Zahre Lucia Protto, in dialogo con Donatella Cozzi, docente di Antropologia Culturale all’Univesità di Udine.

Domenico Isabella si è a lungo occupato della figura di Fulgenzio Schneider, del quale ha curato l’edizione di quattro manoscritti. Ha inoltre al suo attivo ricerche sui marchi d’identità dei cramârs friulani, sull’alimentazione popolare, sulle credenze, sulla religiosità e sull’antropologia alpina. Lucia Protto, laureata in Lettere moderne e studiosa della storia e della lingua della sua comunità, in qualità di curatrice del Centro etnografico di Sauris ha condotto numerose ricerche ed è autrice di diverse pubblicazioni, tra cui alcuni Quaderni del Centro.L’incontro si realizza in collaborazione con Forum, con il Comitato Gianfranco da Tolmezzo ODV e con il Comune di Socchieve. Prenotazioni via mail, scrivendo a comitato.gf@libero.it

Una giornata di studi sulle mappe di comunità

Si sposta nel fine settimana a Ovaro Vicino/lontano mont, prima edizione della rassegna, curata da Claudio Pellizzari, che la nostra associazione ha voluto dedicare ai temi della montagna e del mondo, come suggerisce il doppio significato, in friulano, della parola “mont”. Sabato 21 agosto, in collaborazione con l’Officina Montagna del Cantiere Friuli dell’Università di Udine e con il Comune di Ovaro, il centro ambientale Aplis di Ovaro sarà la sede di una giornata di studio sulle mappe di comunità,strumento con cui gli abitanti di un luogo rappresentano il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano vengano trasmessi alle nuove generazioni. Il concetto delle mappe di comunità nasce in Inghilterra, agli inizi degli anni ’80, ed è frutto della felice intuizione di Common Ground, un’associazione no-profit che, prima tra tutte, scelse di lavorare sulla comprensione e la valorizzazione del patrimonio locale attraverso il coinvolgimento attivo e creativo delle comunità di riferimento.

Aprirà la giornata, alle 10.30, la lectio magistralis “L’arte di ascoltare” della sociologa, etnografa e scrittrice Marianella Scalvi. Già docente di Etnografia urbana alla I Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e fondatrice di Ascolto Attivo, opera come libera professionista nel campo della gestione costruttiva dei conflitti nei processi decisionali partecipativi. Un buon ascoltatore – sostiene Marianella Scalvi – è un “esploratore di mondi possibili”, che accetta e rispetta la divergenza di opinioni e non teme di mettere in discussione le proprie convinzioni e certezze per apprendere soluzioni nuove, creative e condivise.

Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, Sclavi coordinerà il laboratorio di esperienze a confronto “Mappare i beni comuni materiali e immateriali”, che prevede gli interventi di Valentina De Marchi per Isoipse Impresa Sociale, di Davide Jannis, presidente del Consorzio culturale del Monfalconese, di Giulia Norbedo, operatrice museale per il Comune di Monfalcone, di Marta Pascolini, antropologa culturale, e di Agata Griedel, facilitatrice territoriale.

Per partecipare, è possibile registrarsi in loco, anche solo per la lectio del mattino, arrivando con debito anticipo. Vige l’obbligo del green pass.

La tutela delle acque e dei mestieri della montagna

Nell’arco alpino italiano meno del 10 per cento dei corsi d’acqua mantiene le sue caratteristiche originarie. Negli ultimi anni gli incentivi statali alle fonti energetiche rinnovabili hanno scatenato una rincorsa alla costruzione di centinaia di nuove centrali idroelettriche, in particolare di piccola taglia, anche in contesti ambientali e paesaggistici di particolare pregio e fragilità, mettendoli ulteriormente a rischio. Come conciliare l’esigenza di produrre energia pulita senza alterare comunque l’ambiente? “Âgas di mont” è il titolo della conversazione che vicino/lontano mont propone mercoledì 18 agosto ad Ampezzo, in piazza Carnia Libera 19444 (nella Sala del Teatro parrocchiale in caso di pioggia). La animeranno lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz – che sarà in ottobre il protagonista di Dedica 2021–, la fotografa Ulderica Da Pozzo, che ha pubblicato con Forum il volume Le voci dell’acqua, con il commento alle immagini dello stesso Rumiz, e Franceschino Barazzutti, fondatore del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, con la moderazione della giornalista Anna Dazzan.  

Nel pomeriggio, Barazzutti, con partenza alle 16.30 da piazza Carnia Libera 1944, sarà la guida speciale di “Âga”, una breve passeggiata verso il “Poçon” di Navais, che si concluderà con le improvvisazioni musicali, in tema di acqua, di Flavio Bortuzzo alla chitarra, Paolo Forte alla fisarmonica ed Emma Montanari al violoncello. Barazzutti, classe 1936, laureato all’Università Statale Lomonosov di Mosca, dove ha anche lavorato, è stato – tra le molte sue cariche e attività – sindaco di Cavazzo, presidente dell’associazione sindaci della Ricostruzione, fondatore con Giorgio Ferigo del movimento Mont, ed è senza dubbio una delle voci più autorevoli della Carnia, oltre che l’anima e il punto di riferimento di tutte le lotte per l’acqua libera: dalla difesa dei torrenti di montagna minacciati dalle mini-centraline idroelettriche, alla rinaturalizzazione del lago di Cavazzo, alla tutela del fiume Tagliamento. 

I due appuntamenti si realizzano in collaborazione con il Consorzio BIM Tagliamento, il Comune di Ampezzo eFridays For Future Carnia, che con l’occasione promuoverà la petizione – già attiva su change.org – per ripristinare, nei periodi dell’anno in cui è possibile farlo, l’integrità e la portata naturale del Tagliamento, quasi desertificato dagli impianti idroelettrici realizzati negli anni Cinquanta, e per restituire al tratto montano del fiume una portata adeguata nel corso dell’intero anno.

“Di Âga e di Lat. Luoghi, storie, memorie” è il titolo della mostra fotografica di Ulderica da Pozzo che verrà inaugurata il giorno successivo, giovedì 19, alle 18, a Cjasa da Duga a Salârs di Ravascletto (posti limitati). Interverranno il condirettore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini e la docente di Diritto del Lavoro all’Università di Trieste Roberta Nunin. La mostra lega al tema della tutela delle acque la necessità di preservare antichi mestieri della montagna e racconta per immagini l’abilità del produrre e trasformare una materia che arriva ogni giorno nelle nostre case. Un lavoro che è stato un tempo soprattutto maschile e che ora giovani donne coraggiose stanno cercando di fare sopravvivere. La mostra si realizza in collaborazione con il Consorzio Bim Tagliamento e con il Comune di Ravascletto.

La foto pubblicata è di Ulderica Da Pozzo

Fabrizio Gatti e la storia segreta della pandemia

Il giornalista Fabrizio Gatti, Premio Terzani nel 2008 con Bilal. Viaggiare lavorare morire da clandestini (Rizzoli) e negli anni spesso ospite del nostro festival, è uno dei protagonisti più attesi della prima edizione di vicino/lontano mont. Venerdì 13 agosto, alle 18, nella piazza centrale di Rigolato (nella struttura sportiva di viale Rinascita in caso di pioggia) viene presentato il suo nuovo libro-inchiesta L’infinito errore. Storia segreta di una pandemia che si doveva evitare, da poco in libreria per La Nave di Teseo. Firma dell’Espresso, Gatti – che dialogherà con la giornalista Anna Dazzan – ha ricostruito minuziosamente la diffusione della pandemia che ha sconvolto il mondo e ci restituisce una versione alquanto distante da quella fornita dalle fonti ufficiali.

Gatti svela esperimenti militari segreti, gli insufficienti standard di sicurezza di molti laboratori, le menzogne dell’Oms sui legami di questo virus con le precedenti epidemie di Sars. Fino a rivelare omissioni, mancanze e scandali di casa nostra che hanno contribuito a fare dell’Italia il trampolino dell’infezione in Europa e nel mondo, tra cancellazioni di forniture di mascherine e ventilatori polmonari, ritardi nei lockdown e le troppe scelte sciagurate che hanno disarmato l’impegno coraggioso dei tanti operatori sanitari al fronte. L’inchiesta di Gatti, frutto di un intero anno di lavoro, dimostra come la debolezza della politica, gli interessi dell’economia e la forza strategica della Cina abbiano aperto la strada alla diffusione del virus e mette in luce la catena di errori commessa dagli scienziati e dai governi che avevano il dovere di prevenire e fermare la trasmissione del contagio.

L’omaggio al grande alpinista Sergio De Infanti

Sold out la proiezione di “Spigoli”, lungometraggio prodotta dall’ASCA, l’Associazione delle Sezioni CAI di Carnia, Canal del Ferro, Val Canale, dedicato a Sergio De Infanti che è stato  proiettato martedì 10 agosto nel suo buen retiro di Ravascletto, l’albergo-campeggio Pace Alpina. L’evento si è realizzato, in collaborazione con l’ASCA e con il Comune di Ravascletto, nell’ambito di vicino/lontano mont. Hanno portato il loro saluto il presidente dell’ASCA Giovanni Anziutti e l’assessore alla Cultura del Comune di Ravascletto Denis Blarasin.

Con la regia di Federico Gallo e la sceneggiatura di Carlo Tolazzi, il documentario è un omaggio a una figura poliedrica, che ha lasciato un segno importante nella sua terra e tra la sua gente. Una traccia che viene ripercorsa nelle molte interviste, a cura di Giovanni Anziutti, di Adriana Stroili, coordinatrice dei progetti Leggimontagna e Cortomontagna, e di Annalisa Bonfiglioli, vice presidente della cooperativa Cramars. Quest’ultima, insieme al regista e allo sceneggiatore, è stata poi coinvolta, dopo la proiezione, in una conversazione condotta dall’alpinista e guida alpina Mario Di Gallo.

Grande alpinista, maestro di sci, scrittore, giurato di Leggimontagna, montanaro per scelta e per passione, Sergio De Infanti ha sempre ritenuto che la Carnia fosse un territorio con tutte le carte in regola per diventare un importante centro dal punto di vista turistico, battendosi perché lo fosse.  Autore di romanzi, dell’autobiografia “Io per primo non lo avrei mai pensato” e di numerose guide di alpinismo, De Infanti, quando non era in giro per il Friuli e per il mondo a scalare montagne, gestiva anche la “Pace Alpina” di Ravascletto, l’albergo a conduzione familiare aperto da suo padre, che ha ospitato l’evento. E’ mancato nel 2018, a 74 anni.

Qui potete vedere il trailer del documentario: https://www.youtube.com/watch?v=E7Eqgk_QzYk

Nella foto pubblicata: Sergio De Infanti sulla Cima di Riobianco, fine anni Ottanta.

Foto di Luciano De Crignis. Collezione privata Sergio De Infanti