Salone del Popolo

Via Nicolò Lionello 1, Udine

Il Salone del Popolo è un grande spazio di rappresentanza che, nell’aspetto, ricorda una vasta piazza trapezoidale coperta in vetro e ferro, disposta in senso longitudinale e circondata da un doppio ordine di portici e loggiati, a cui si accede da una doppia scala monumentale. Quest’ultima è progettata in asse con lo scalone d’onore del Palazzo comunale, di modo che, già dall’entrata principale di Palazzo D’Aronco, la prospettiva conduca l’occhio del visitatore verso lo stemma del comune che troneggia al centro della parete di fondo.

Originariamente la decorazione del salone era stata intesa, da Raimondo D’Aronco, come una grande rappresentazione della città, una sorta di pantheon friulano: l’architetto avrebbe voluto affidare la teoria scultorea che doveva adornare la sala ad Aurelio Mistruzzi. Tuttavia i diversi progetti dello scultore furono via via abbandonati a causa degli elevati costi di realizzazione.

Dopo la guerra, nel 1951, la giunta municipale deliberò di completare le parti decorative secondo le direttive e i disegni lasciati da D’Aronco. L’elaborazione dei disegni fu affidata stavolta a Carlo Someda de Marco. Tra il 1952 e il 1953 egli rielaborò le 12 muse trasformandole in allegorie delle attività umane: la Pace, il Commercio, l’Industria, l’Agricoltura, l’Aviazione, lo Sport, la Pittura, la Scultura, l’Architettura, la Letteratura, la Musica, il Teatro. Il decoratore udinese interpretò con certa libertà i disegni di D’Aronco, rispettati solo nella collocazione architettonica delle statue e ideò nel mezzo della parete di fronte all’ingresso lo stemma di Udine sorretto da due adolescenti, rielaborando lo stemma posto al centro della facciata esterna del Municipio.

Dai progetti daronchiani furono ripresi i bucrani che facevano da capitello alle lesene lungo le pareti, le teste di capro e le decorazioni angolari, i quattro gruppi decorativi con aquile e i 14 grotteschi mascheroni posti a decorare l’estremità dei costoloni, che si dipartivano dalle lesene lungo le pareti.

L’inaugurazione del Salone, che avvenne il 12 maggio 1953, pose fine alle lunghe vicende della decorazione a stucco del municipio.