Grégoire Ahongbonon

Non è un medico, non è uno specialista di malattie mentali. Nato da una famiglia di contadini di un villaggio del Benin, da trentacinque anni – attraverso un metodo innovativo, fondato su medicinali resi disponibili a basso prezzo e un’accoglienza sanitaria di impronta umanista – si prodiga per liberare letteralmente dai ceppi i malati di mente che, in alcuni paesi dell’Africa Occidentale, ancora oggi vengono ridotti in schiavitù, emarginati e incatenati. Per combattere questa barbarie, ignorata dalle organizzazioni internazionali, con il sostegno dell’associazione di solidarietà internazionale friulana Jobel onlus, Grégoire Ahongbonon ha aperto centri di accoglienza e di cura in diversi stati del continente africano. Insignito di numerosi riconoscimenti, tra i quali il Premio Basaglia, nel 2015 è stato nominato “africano dell’anno” dal Daily Trust, uno dei più importanti gruppi editoriali africani. La sua vicenda è raccontata da Rodolfo Casadei nel recente Grégoire. Quando la fede spezza le catene (EMI 2018).

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