Povertà. Il grande tabù del nostro tempo

  • 09 maggio 2015
  • 10:00
  • Chiesa San Francesco

L’esistenza della povertà ha attraversato come perenne contraddizione la storia dell’Occidente, e il crescente scarto tra ricchi e poveri, rimosso dalle nostre coscienze e dall’attenzione dei media, resta tra le sfide più inquietanti per il futuro del mondo: non si tratta solo di una più equa redistribuzione economica dei beni, ma semplicemente delle precondizioni della democrazia. Sul “fare la carità” si è giocata per venti secoli l’organizzazione della Chiesa, perché, come dice Paglia, “è una grande funzione profetica della Chiesa quella di inquietare il banchetto del ricco epulone con la memoria e i dolori del povero Lazzaro. Nell’immaginare un mondo nuovo, o almeno diverso, la povertà è una delle soglie da attraversare con audacia, intelligenza e generosità da parte di tutti, credenti e non credenti”. Ma sono anche altri gli interrogativi che “inquietano” la coscienza del laico: quale il ruolo della giustizia nel rapporto tra povertà e carità? “Fare la giustizia” non è un dovere primario della società civile e della politica? Come reinserire i tanti indigenti di oggi nello spazio pubblico della democrazia?